Salta la calendarizzazione del 27 febbraio. Il ministro della Giustizia Paola Severino si riserva di "approfondire" il tema e promette un testo "più completo". Il provvedimento presentato nel 2010 da Alfano e altri ministri Pdl è stato già approvato al Senato, ma per il centrosinistra è sostanzialmente inutile
Il governo prende tempo sul disegno di legge anticorruzione, la cui discussione in aula alla Camera era prevista a partire dal 27 febbraio. Lo annuncia il ministro della Giustizia Paola Severino, motivando il ritardo con “la necessità di approfondire l’argomento e fare verifiche su uno dei punti più delicati e più importanti in materia di delitti contro la Pubblica amministrazione, per portare un contributo costruttivo”.
L’esecutivo deve fornire i pareri sul testo attualmente fermo nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio. Pareri che non sono ancora arrivati, spiega Severino, a causa dell'”ingorgo istituzionale, che mi ha portato nelle ultime settimane a un ping pong tra Senato e Camera”. Ma il tema richiede “il massimo sforzo per una riforma in linea con la normativa Ue e per la tutela di valori e interessi fondamentali”. Partire “qualche settimana dopo con il piede giusto e con il testo più completo è un risparmio di tempo”, conclude il ministro.
Il testo in discussione è quello presentato dagli allora ministri del Pdl Alfano, Maroni, Bossi, Calderoli e Brunetta il 4 maggio 2010, approvato dal Senato, ma ritenuto sostanzialmente inutile, in particolare da Pd e Idv, che premono tra l’altro per pene più severe. C’è quindi molta attesa per la posizione che assumerà in materia il nuovo esecutivo guidato da Mario Monti.