Un paio d’anni addietro durante il Superbowl il tempo si fermò. Successe perché, lo ricorderete, in modo del tutto casuale e inatteso, (più o meno come quando alla stazione arriva il treno che stavi aspettando; non l’avresti mai detto,vero?) una tetta di Janet Jackson spuntò fuori dal vestito durante la sua esibizione (…) canora (…); con il capezzolo opportunamente coperto da un pendaglino di paillettes, però. Ricorderete il nauseabondo putiferio che si scateno per quel gigantesco tarocco, con scuse della rete televisiva al suscettibilissimo pubblico americano etc. etc.
Belen e’ intelligente e ci ha pensato prima. Onde evitare analoga crocifissione si è esibita in un alto numero di buongusto in questo Festival di buongustai. Scesa dalla scala con un vestito dotato di spacco tale da indurre i più (complice ovviamente un’inquadratura fugacemente ginecologica del regista) a ritenere che la nostra avesse casualmente dimenticato il perizoma in hotel, ha preferito sgomberare il campo dagli italici dubbi e ha declamato urbi et orbi fissando bene in faccia gli urlanti fotografi del loggione che già avevano tarato ad hoc i loro teleobbiettivi: le ho, le ho! Non si vedono ma sono cucite dentro il vestito.
A parte la curiosità spirituale di capire come possa una mutanda esserci senza apparire (una sorta di santo spirito della lingerie) che grande colpo di genio, ha avuto Belen. Al contrario della Jackson che mostrava per finta lei ha finto di nascondere e ha optato per una rivelazione preventiva. Così magari i già infuriatissimi vescovi per le sparate di Celentano se ne staranno quieti. E poi dicono che l’Italia è in recessione e la Rai è morente: pensate quanta strada ha percorso dalla spallina indisciplinata di Patsy Kensit alla mutanda invisibile di Belen. Quando si mettono, si che sanno approfondire.
(PS: certo la creazione di questo reality (le aveva davvero oppure no?) e’ stata il primo fondamentale intervento di Antonio Marano, commissario del Festival, che dell’argomento è grande estimatore. Del Festival, cosa avevate capito).
(Foto: LaPresse)