Il consigliere regionale dei berluscones Galeazzo Bignami dice di aver chiesto verifiche su persone da espellere e pidiellini per caso: "Purtroppo il nostro appello è rimasto sospeso nel vuoto. Quanti sarebbero: questo non lo dico"
Non si placa la tempesta sui cieli una volta azzurri disegnati nei manifesti del Popolo della libertà. La questione è sempre quella del tesseramento in occasione dei congressi territoriali che si stanno svolgendo in tutta Italia in queste settimane. Da Bologna, il vice-coordinatore cittadino uscente, il consigliere regionale Galeazzo Bignami, una settimana fa aveva denunciato a ilfattoquotidiano.it diversi casi di tessere false anche sotto le Due torri e aveva detto di averli segnalati a Roma.
Ora, a una settimana da quell’articolo e appena due giorni prima del congresso cittadino, Bignami lancia una pesante accusa a via dell’Umiltà: “Abbiamo mandato tutte le carte a Roma, ma non ci hanno mai risposto, se non dicendoci che quelle iscrizioni finte erano state depennate. Tuttavia – conclude Bignami – dovrebbero darci i nomi ed espellere chi ha iscritto queste persone a loro insaputa. Anzi l’espulsione è la sanzione minima”. Il consigliere regionale non dice quante anomalie riguardano Bologna, su un totale, nel 2011, di 2.800 iscritti: “Non darò quei numeri, eventualmente li dovrebbe dare Roma, insieme ai nomi dei responsabili”.
Bignami racconta anche come è venuto a conoscenza di questi ‘berlusconiani per caso‘. “A fine tesseramento ho mandato a tutti gli iscritti una lettera di ringraziamento. Qualcuno m’ha risposto dicendomi che non c’era niente da ringraziarli visto che loro non si erano mai iscritti”. Da qui la decisione del consigliere di mandare tutto nella capitale, da dove per ora non sono arrivate risposte concrete. Non solo. I vertici centrali sarebbero così poco attenti che “le tessere vere e proprio, quelle da mettere nel portafoglio, non sono neppure arrivate”.
Lo sfogo di Bignami arriva proprio nel giorno in cui la tempesta, anche ai piani alti dei vertici romani è entrata nella sua fase più acuta. Ieri era stato l’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, a segnalare il suo disagio per le storie di malaffare che stanno venendo a galla intorno ai tesseramenti gonfiati nel Pdl. “Io, francamente, non voglio avere accanto a me, nel mio stesso partito, un affiliato alla camorra. Credo che Alfano abbia piena consapevolezza dell’urgenza del problema e può contare su persone oneste che vogliono sostenerlo, e risolvere il problema con lui”.
Il segretario Angelino Alfano, sotto pressione, aveva quasi alzato le mani in segno di resa: “Nel dubbio bloccheremo tutto. Non faremo svolgere i congressi se si riscontrano situazioni gravi e dove non ci vediamo chiaro. A meno che i dirigenti locali non ci garantiscano che è tutto ok”. Ma dopo che per un attimo si era pensato che potesse saltare tutto, oggi la conferma: i congressi si fanno. “Chi ha fatto il furbetto non può averne alcun beneficio perché il finto tesserato non può esprimersi per delega, ma se è tesserato finto non andrà. Ai congressi ci si deve presentare con la carta di identità e si deve firmare. Non c’è alcuna possibilità che qualcuno che sia stato iscritto da altri possa contribuire all’esito congressuale”.
Intanto da Bologna, dove si affronteranno il ciellino Paolo Foschini, sostenuto dai vertici uscenti e il ‘dissidente’, Lorenzo Tomassini, arriva un’altra accusa pesante diretta a via dell’Umiltà. “Riceviamo ogni mese dal partito appena 500 euro al mese, che devono bastare per tutte quante le nostre spese e come facciamo a fare politica con quei soldi? La verità – ammette Galeazzo Bignami – è che su Bologna non si vuole investire politicamente”.
A paradigma di come i vertici nazionali e regionali siano lontani dall’elettorato della città rossa il consigliere regionale porta il caso del sondaggio sulle pedonalizzazioni in centro a Bologna commissionato dai vertici regionali del partito. L’81 % degli elettori del Pdl si è detto a favore di una delle politiche della giunta Pd in città più avversate dagli stessi consiglieri berlusconiani. “Nella migliore delle ipotesi il nostro no alle pedonalizzazioni non è stato capito e nella peggiore lo è stato e non è stato accettato – ragiona Bignami che poi conclude – dobbiamo tornare tra la gente, nei quartieri”. A Bologna i tesserati, almeno quelli veri, avranno molto da fare.