Nel 2008 l'allora ministro Bondi inaugurò in pompa magna una mostra alla Camera per presentare il crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo per il quale ora la magistratura contabile ha mandato a processo gli ex vertici del Mibac. Oggi l'ex ministro dichiara: "La decisione di acquistare l'opera è stata mia"
Ora la magistratura contabile ha citato in giudizio i vertici del ministero dei Beni Culturali. E Sandro Bondi, oggi senatore Pdl, si cosparge il capo di cenere e dichiara alle agenzie. Per quello che oramai può servire. “Non ho alcuna difficoltà a ricordare che la decisione di acquistare tale opera – dichiara Bondi – venne presa da me, all’epoca, in qualità di ministro dei Beni culturali, con il parere vincolante del comitato tecnico consultivo, sia per quanto riguarda l’attribuzione sia relativamente al costo della scultura lignea”, e aggiunge: “Desidero rivendicare anche oggi la bontà e la correttezza di queste due decisioni, che hanno avuto il mio benestare finale dopo un esame di merito rigoroso e professionalmente corretto da parte dei tecnici del ministero”.
Poi l’esponente del Pdl se la prende con le lentezze burocratiche “in Italia non mancano le autorità di controllo: dalla magistratura, alla Corte dei Conti, fino alle Authority”, sottolineando che “l’effetto finale è la paralisi di ogni decisione pubblica, o quantomeno un allungamento dei tempi e dei costi che gravano poi sull’intera collettività collettività”. Forse, visti i forti dubbi sull’autenticità dell’opera, sarebbe stato più opportuno non svenarsi con soldi pubblici per quella che oggi sembra rivelarsi solo come una patacca e una figura pessima agli occhi del mondo.