Mentre dentro si parla di arte e teatro, fuori si chiede la censura per uno spettacolo definito “blasfemo e insultante”. Succede al Mambo, il museo di arte moderna e contemporanea di Bologna. Oggetto della contestazione lo spettacolo “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio del regista Romeo Castellucci, invitato sotto le Due Torri per incontrare il suo pubblico.
Ad ascoltare il regista quasi duecento persone, tra il centinaio di presenti nella sala conferenze e quelli che sono stati costretti a seguire l’evento tramite un maxischermo esterno. Fuori dal Mambo, guardati a vista da una decina di poliziotti in assetto antisommossa, un pugno di militanti di Forza Nuova. “Prima dell’arte viene il rispetto”, è la spiegazione di chi si sente offeso. “Siamo cattolici – spiega Fiorenzo Consoli, attivista del partito di estrema destra e responsabile delle relazione con la stampa del gruppo bolognese – e questo spettacolo a noi disturba profondamente”. Ma lo avete visto? “No, ma ci siamo documentati”.
Mentre fuori continua la mini manifestazione, dentro al museo Castellucci parla col pubblico e risponde alle loro domande. E ovviamente la discussione tocca anche le contestazione che il suo spettacolo ha subìto da molti gruppi di estrema destra, in Italia così come in Francia. “Guardate, – spiega il regista – se mi vogliono contestare fanno bene, se nel mio spettacolo leggono un messaggio blasfemo dico che hanno ragione. Tutti hanno la loro parte di ragione, io non mi sento il depositario della verità assoluta. Io cerco la contraddizione, non ho bisogno di certezze”.
Poi la risposta agli attacchi arrivati direttamente dalla Chiesa Cattolica. “A chi dice che bestemmio e che sono blasfemo – spiega il regista – dico che i suoi sono attacchi strumentali per arrivare sui giornali”. Compresi, dice Castellucci, quelli arrivati dal Vescovo di Bologna. “Coloro i quali parlano di sacrilegio e blasfemia lo fanno strumentalmente. Parole di destra che vanno verso destra. Queste persone producono slogan e difendono dogmi. Dovrebbero invece ricordarsi che gli stessi simboli del cattolicesimo, la croce prima di tutti, sono blasfemi. La croce è lo sberleffo romano verso un Cristo condannato per blasfemia”. Poi l’elenco di coloro che hanno apprezzato lo spettacolo, “compresi cardinali che lo hanno trovato un utile spunto di riflessione teologica, e quotidiani cattolici come l’Avvenire che mi hanno difeso”.
Alla fine la spiegazione delle scene incriminate dello spettacolo. “C’è chi dice che sul volto di Cristo vengono lanciati escrementi. – dice Castellucci – Bene, il teatro è fatto per immagini, non è la realtà. L’immagine più bella dell’arte occidentale è il corpo straziato di Ettore trascinato da Achille. Se lo mettessi in scena non starei incitando nessuno all’omicidio. Il teatro si basa spesso su immagine antifrastiche: mostrano una cosa per ottenere l’effetto inverso”. La scena del bacio all’immagine di Cristo? “Ci hanno letto di tutto, anche il bacio erotico. Mi vanno bene tutte le interpretazioni, per me era un modo di annullare la distanza tra me e Cristo. Mi sono ispirato al libro dei Salmi, quando il poeta cerca il volto di Dio”.
In chiusura l’annuncio. “Per eliminare ogni dubbio di autocensura posso dire che da ora in poi torneremo alla prima versione dello spettacolo, quella andata in scena senza problemi in Germania e dove i bambini salgono sul palco e lanciano bombe a mano contro il volto di Cristo. Se qualcuno non capisce e mi vuole denunciare lo faccia pure”.