Nicolas Sarkozy è passato all’attacco: vuole recuperare la distanza che lo separa nei sondaggi per le prossime presidenziali dal candidato socialista, François Hollande. Ma non sarà nell’elettorato gay che potrà fare nuovi proseliti. Nei giorni scorsi, in un’intervista rilasciata a Le Figaro Magazine, si è detto “non favorevole” al matrimonio omosessuale e all’adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso. “In questi tempi tormentati, in cui la nostra società ha bisogno di riferimenti – ha dichiarato -, non credo che occorra creare confusione intorno all’immagine di questa istituzione sociale essenziale che è il matrimonio”. Non solo: un deputato dell’Ump, il partito del Presidente, ha pubblicato un video su Internet, nel quale ha sciorinato una serie di affermazioni omofobe. Che stanno provocando uno strascico di polemiche.
Le dichiarazioni di Sarkozy hanno deluso anche i simpatizzanti omosessuali dell’Ump, come Emmanuel Blanc, presidente di Gaylib, circolo di riflessione gay all’interno del partito. “Sono stupefatto. C’è un tale arretramento nelle sue parole rispetto al 2007, quando aveva parlato del valore dell’amore omosessuale, E aveva proposto almeno un contratto di unione civile, che era un passo in avanti rispetto al Pacs, anche se poi non se ne è fatto nulla”. Il Pacs è il patto civile di solidarietà, già in vigore dal 1999, e aperto anche alle coppie dello stesso sesso. Blanc, in ogni caso, ne è sicuro: non sosterrà Sarkozy in queste presidenziali. E un’inchiesta di Ifop-Cevifop, realizzata nei giorni scorsi presso l’elettorato omosessuale, rileva il 49,5% di consensi per i candidati di sinistra contro una media del 40,5% per i francesi nel complesso.
Hollande si è detto favorevole sia all’adozione che al matrimonio per i gay (e quest’ultimo, secondo un recente sondaggio, è approvato dal 63% dei francesi). Ha anche inserito nel suo programma una legge sull’autorità genitoriale condivisa per le famiglie omoparentali, non prevista invece da Sarkozy. Esistono circa 150mila minori che in Francia crescono in questo tipo di nuclei familiari, che per il 70% sono stati costituiti da coppie di lesbiche. Una delle due donne ha avuto il figlio, spesso adottandolo come single o grazie all’inseminazione. Ma la sua compagna non ha alcun diritto nei confronti del piccolo. L’obiettivo di Hollande è appunto riconoscerli mediante una legge, mentre adesso solo la giustizia puo’ farlo. E procede in questo senso in casi rarissimi: proprio giovedi’, per la seconda volta in Francia, un tribunale (la corte d’appello di Parigi) ha riconosciutiopieni diritti genitoriali alla donna di una coppia di lesbiche (nel frattempo separate), che non era la madre naturale del bambino. L’attuale presidente, invece, è contrario a una legge di questo tipo.
Ma a mettere ancora di più l’elettorato gay contro Sarkozy hanno contribuito le dichiarazioni di Chistian Vanneste, deputato Ump del Nord del Paese. Ha negato la veridicità storica della deportazione degli omosessuali nei campi di concentramento da parte dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Nel 2010 nel suo blog Vanneste aveva già azzardato un legame tra pedofilia e omosessualità. E dato che, comunque, in Francia non siamo nel Paese di un Giovanardi qualunque, venerdi’ il premier François Fillon, altro esponente di punta dell’Ump, ha chiesto che Vanneste venga espulso dal partito: una decisione che a Parigi viene data per imminente. Lui, d’altra parte, persiste e si sta scatenando nei media, definendosi “una vittima della lobby omosessuale”. Sarkozy, nell’intervista televisiva di mercoledì scorso, nella quale ha ufficializzato la sua candidatura alle presidenziali, ha fatto accenno alla polemica sottolineando che “ho in orrore tutto quello che può avvicinarsi anche minimamente all’omofobia”.
L’impressione è che il Presidente utilizzi la solita strategia di un colpo al cerchio e uno alla botte, nel tentativo di rassicurare gli elettori conservatori, ma dalla mentalità più aperta, e di non perdere i più rigidi, in fuga verso Marine Le Pen, la candidata dell’estrema destra. Quanto alle intenzioni reali di Sarkozy, il marito di Carla Bruni, e l’uomo amante del mondo dello show-biz, dove l’omosessualità non è assolutamente un tabù, gran parte dei francesi non lo considerano un omofobo, né un retrogrado. Solo un machiavellico e abile calcolatore politico. Non è sicuro che la strategia riesca anche questa stavolta.