Recessione nell’immediato, ma buone prospettive nel medio-lungo periodo. Il monito alle banche sul credito alle imprese e il ruolo della Bce. La risposta dei mercati all’azione del governo Monti e la figura ondivaga delle agenzie di rating. E’ stato un intervento a 360 gradi quello del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al diciottesimo congresso Assiom Forex di Parma, ovvero l’associazione che riunisce gli operatori finanziari. Parole che rappresentano anche una road map per l’uscita dalla crisi – se non altro finanziaria – e che partono da un dato di fatto ben preciso: senza l’opera dell’esecutivo tecnico, il punto di non ritorno sarebbe stato realtà.
Neanche il tempo di pendere la parola, che il numero uno di Palazzo Koch mette subito le cose in chiaro, descrivendo un quadro economico-finanziario a tinte fosche. “Il 2012 sarà un anno di recessione” ha detto Visco, sottolinenando come via Nazionale preveda “una flessione del prodotto in media annua dell’ordine dell’1,5 per cento”. Intervenendo al Forex di Parma, il governatore invita a “guardare avanti, operare perché con la normalizzazione delle condizioni sui mercati finanziari e del credito sia possibile stabilizzare l’attività produttiva in Italia già nella seconda metà del 2012 e tornare a un’espansione del reddito nel prossimo anno”.
Fondamentale, secondo il governatore, il ruolo degli istituti di credito, che devono continuare la loro azione di sostegno all’economia, selezionando gli impieghi per evitare un credit crunch. “Le banche dovranno dimostrare di saper svolgere bene la loro funzione di allocazione del credito – è il monito di Visco -, in una gestione sana e prudente, con acuita capacità selettiva. Lo richiede la loro stessa ragion d’essere”. Per il numero uno di via Nazionale, del resto, “è cruciale che l’economia non entri in asfissia creditizia, deperendo e trascinando con sè anche le prospettive del sistema bancario. E’ al contempo necessario – ha aggiunto – l’impegno al riequilibrio dei bilanci e alla rimozione dei nodi strutturali che condizionano l’efficienza e la redditività del sistema bancario italiano”. E sull’azione delle banche italiane sarà centrale il ruolo della Bce, la cui prossima operazione di rifinanziamento a tre anni – in programma il 29 febbraio – “contribuirà a sostenere l’offerta di credito”. Nella prima operazione di dicembre, invece, “le banche italiane hanno ricevuto fondi lordi per 116 miliardi di euro con un rifinanziamento netto di 60” allentando “in misura sostanziale le tensioni sul funding”.
La presa di posizione di Bankitalia dipende anche da quanto accaduto a dicembre, quando la restrizione del credito alle imprese ha raggiunto un livello record. “Fino allo scorso novembre – ha detto Visco al Forex – il credito erogato dalle banche italiane al settore privato non finanziario aveva continuato ad aumentare. A dicembre, però, i prestiti alle imprese si sono contratti di circa 20 miliardi; l’entità della riduzione è molto elevata nel confronto storico, anche se può avere in parte risentito della volatilità dei dati di fine anno”. Il trend negativo, del resto, si è confermato anche nel 2012, con un’ulteriore, lieve contrazione del credito. Un po’ meglio è andata alle famiglie, che hanno visto i finanziamenti scendere “solo leggermente”. Sul divieto di assumere incarichi contestuali in banche e società concorrenti, ”la Banca d’Italia condivide pienamente lo spirito” ed “è pronta a dare il proprio contributo nella loro applicazione superando, in tempi rapidi, talune incertezze interpretative sull’esatta portata di alcuni divieti”.
Per quanto riguarda i mercati internazionali, il pensiero del numero uno di Palazzo Koch è chiaro: “Le inquietudini degli investitori sui titoli di Stato italiani sono oggi attenuate rispetto ai momenti peggiori, ma non sono dissipate” ha detto Ignazio Visco, secondo cui “l’attenzione dei mercati è puntata sulla capacità del nostro Paese di portare avanti con decisione il risanamento della finanza pubblica e al contempo di stimolare con riforme strutturali il potenziale di crescita dell’economia”. Buona, in tal senso, l’azione del Governo. “La strada è stata intrapresa con chiarezza d’intenti, l’opinione pubblica internazionale lo triconosce – è il parere del governatore – Va percorsa con perseveranza e decisione. Ma nessuno può riuscire da solo. Per ridurre il premio al rischio sui titoli pubblici dei Paesi impegnati nello sforzo di stabilizzazione e rilancio produttivo occorrono decisioni comuni. E’ essenziale la determinazione di tutti a rinsaldare l’Europa“.
Nel suo intervento, inoltre, Ignazio Visco non ha mancato di riservare sonore stilettate alle agenzie di rating, che non sempre “sono state in grado” di svolgere “adeguatamente” la valutazione dei rischi sovrani, tanto che il governatore ha chiesto “relazioni trasparenti fra agenzie e istituzioni indipendenti, nazionali e sovranazionli che svolgono per mandato analoghi compiti di valutazione”. Il governatore ha ricordato, infatti, come la valutazione è “un comporto evidentemente difficile che richiede ingenti risorse”.