L’uomo di oggi è istintivamente portato a pensare che la salute sia un diritto acquisito e che quando se ne va sia sempre e solo colpa di un cattivo destino. Tende a dividere nettamente la salute dalla malattia nel naturale tentativo di semplificare il mondo in modo dualistico: bianco e nero, caldo e freddo, alto e basso e dunque sano e malato. Ma sappiamo bene che il mondo in cui viviamo e il nostro stesso organismo sono molto più complessi di così. Un caleidoscopio di grigi sfumati, un fitto intreccio di vie di mezzo dove tutto è un continuo e le soluzioni nette sono una rarità se non nelle nostre illusioni.

Questa tendenza a un dualismo esasperato ha prodotto nei secoli una medicina meccanicistica che ha diviso via via la mente dal corpo, il cuore dallo stomaco, le coronarie dal cuore fino a ridurci a un insieme di organi ciascuno gestito da un super-tecnico che difficilmente mantiene una visione d’insieme della persona. Questa medicina ha posto limiti tanto netti quanto arbitrari nel definire quando siamo sani e quando non lo siamo più, ma fa fatica a riconoscere gli schemi più complessi che indicano una tendenza patologica anni prima che si manifestino segni più conclamati.

Sì, certo, questo approccio specialistico ha portato indubbiamente molti vantaggi, in particolare nella gestione della malattia grave e acuta, dove la medicina fa oggettivamente dei miracoli. Ma ci ha anche lasciati privi di punti di riferimento per tutto quello che riguarda le malattie più complesse, le condizioni croniche e in particolare la gestione della nostra salute. E proprio per questi suoi limiti la medicina attuale sembra inadeguata ad affrontare in modo serio l’epidemia di malattie croniche che arriverà con il costante aumento della longevità associato a stili di vita che favoriscono la patologia invece di promuovere la salute.

Ma il passo avanti rispetto all’eccesso di specialismo sta arrivando. Per esempio l’Institute for Systems Biology di Seattle parla da qualche tempo di medicina delle 4P come della nuova medicina del XXI secolo. Le 4P stanno per prevenzione, predizione, personalizzazione e partecipazione, una rivoluzionaria architettura clinica basata su una visione generale e d’insieme del paziente. C’è da augurarsi che questa medicina si sviluppi e non rimanga succube di approcci riduzionisti.

Del resto, chiunque osservi la complessità di una singola cellula dei 100 mila miliardi che compongono il nostro corpo intuisce che il vecchio dogma sintomo-diagnosi-terapia è insufficiente e approssimativo. Questo video creato dagli scienziati di Harvard ricostruisce i meccanismi del mondo cellulare. Non occorre comprenderne i dettagli per rimanerne completamente affascinati.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

La crisi entra senza bussare

next
Articolo Successivo

Dieci domande al ministro della Salute Balduzzi

next