Dieci domande al ministro della Salute Balduzzi
Gentilissimo ministro della Salute Balduzzi, da medico, da cittadino, da paziente vorrei porle alcune domande: come si dice, domandare è lecito, rispondere è cortesia.
- Ritiene che la sanità italiana sia indipendente o intrappolata nei complessi meccanismi politici?
- Non pensa, da tecnico, che occorra farla ritornare esclusivamente nelle mani dei medici, non degli Ordini, e dei loro pazienti-cittadini?
- A questo proposito non riterrebbe utile rinominare Ospedali le Aziende Sanitarie in modo da non confondere il paziente con cliente?
- Non pensa di dover valutare l’effettiva validità clinica dei Drg per cui ad ogni diagnosi o terapia corrisponde una “tariffa”?
- Non potrebbe, comunque, far rivedere i rimborsi, in alcuni casi incongrui, che stimolano a eseguire esami inutili in numero maggiore avendo bassi rischi e alti guadagni (vedi visita oculistica e test di lacrimazione)?
- Non ritiene che, senza controlli reali e non cartacei, si possano eseguire prestazioni sanitarie di diagnosi, strumentali o meno, e purtroppo di terapie, anche chirurgiche, a volte inutili e dannose solo per ottenere maggior “guadagno”?
- Non ritiene che ci sia molta confusione clinica sugli effettivi benefici dei farmaci generici e che occorra dare certezze con controlli sulle percentuali di principio attivo, sui veicolanti e sulla sperimentazione, prima di essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale per la commercializzazione?
- Non ritiene che prima di applicare ticket sulle prestazioni sanitarie occorra cercare di “scovare” le perdite inutili (vedi farmaci con effetti uguali e costi enormemente differenti)?
- Non ritiene indispensabile andare a cercare il risparmio con metodi più incisivi, anche se è più facile chiedere al paziente-cittadino, visto che la sanità è la tassa più iniqua perché sfrutta la salute?
- Non pensa che occorra in sanità, come nella società civile, riconquistare e diffondere quel concetto di “pari dignità” insito nella Costituzione, che ormai l’avidità umana ha dimenticato, ancor più importante nel caso della sofferenza, magari riconquistando posti letto e prestazioni dal privato al pubblico in modo da tamponare l’emorragia degli ultimi anni?