Al via il progetto Desertec: il sole della Tunisia illuminerà le case dei cittadini europei
Una costellazione di 825mila eliostati seguirà il sole del Sahara, riflettendo la luce e concentrandola su una cisterna, fino a portarne all'ebollizione il liquido e azionare una turbina elettrica. Parte dell'energia verrà utilizzata negli stessi Paesi d'origine, il resto illuminerà più di 700mila abitazioni europee con due Gigawatts di energia elettrica, circa il doppio della media di un impianto nucleare
Il deserto non affascina solo poeti e narratori. Anche gli scienziati. Che stanno provando a imbrigliare il sole per illuminare un intero continente. Vogliono dimostrare che è la luce la vera ricchezza del Maghreb, più del petrolio. E per farlo, s’ispirano a una tecnologia vecchia di duemila anni. La stessa ideata da Archimede per concentrare la radiazione solare, attraverso gli specchi. A differenza dello scienziato siracusano, però, lo scopo stavolta non è incendiare le navi nemiche. Bensì creare un ponte tra le due sponde del Mediterraneo. Tra un continente alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo e una regione in lotta per avere più democrazia. Il progetto, denominato Desertec, è visionario: l’idea è realizzare una rete di minicentrali, distribuite lungo tutto il Nordafrica, che utilizzano la tecnologia del solare termodinamico, il cui padre è un altro scienziato italiano, Carlo Rubbia. Energia pulita, che consentirà di abbattere le emissioni di gas serra, in prospettiva di un nuovo accordo sul clima, dopo la scadenza, a fine anno, del protocollo di Kyoto, i cui risultati finora sono apparsi piuttosto modesti.
Si partirà nel 2014, grazie a un’intesa tra la Tunisia del dopo Ben Ali e la fondazione Desertec. Il nostro Paese sarà la porta d’accesso al Vecchio continente, attraverso un cavo sottomarino che collegherà il deserto tunisino al centro Italia, poco a nord di Roma, per poi diramarsi nel Meridione e nel resto del territorio europeo. Una costellazione di 825mila eliostati – la moderna versione degli specchi ustori di Archimede – seguirà la parabola del sole del Sahara, dove la potenza d’irradiazione è quasi tripla rispetto all’Europa centrale, riflettendo la luce e concentrandola su una cisterna, fino a portarne all’ebollizione il liquido e azionare una turbina elettrica. Parte dell’energia rubata al sole verrà utilizzata negli stessi paesi d’origine, per esempio nei dissalatori. Il resto illuminerà notte e giorno, a partire dal 2016, più di 700mila abitazioni europee, grazie a un sistema di trasmissione in corrente continua (per ridurre al minimo le dispersioni), che fornirà due Gigawatts di energia elettrica, circa il doppio della media di un impianto nucleare. “Con il nostro progetto vogliamo dimostrare che trasportare energia pulita e potenzialmente inesauribile dal cuore del deserto alle abitazioni in Europa non è fantascienza, ma una concreta opportunità – commenta Thiemo Gropp, direttore della fondazione Desertec -. Per questo auspichiamo che si percorra la stessa strada anche nelle altre zone desertiche del mondo”.
Un’idea che potrebbe trovare terreno fertile, se si considera che, in appena sei ore, i deserti del pianeta ricevono dal sole più energia di quella consumata dall’umanità nell’arco di un intero anno. E che vede come capofila la Germania, che si appresta, dopo l’incidente di Fukushima, a chiudere le proprie centrali nucleari. Secondo l’Institute for energy della Commissione europea, basterebbe appena lo 0,3 per cento della radiazione solare assorbita dai deserti del Sahara e del Medioriente per soddisfare l’intero fabbisogno di energia dell’Europa. Il progetto Desertec, nato da un’idea del Club di Roma, si propone d’imbrigliare parte di questa risorsa finora inutilizzata.
Lo scopo è ambizioso: assicurare, entro il 2050, una copertura del 15 per cento del fabbisogno energetico del Vecchio continente. E affrancare nel tempo l’Europa dalla cortina di ferro energetica, rappresentata dal gas russo. Per farlo, però, sarà necessario sommare il contributo del caldo sole del deserto a quello dei venti che sferzano le coste atlantiche dal Marocco al Nordeuropa. Desertec, infatti, è solo una parte di un disegno molto più ampio, quasi faraonico, che mira a creare un’unica super-rete energetica per unire due continenti, dagli specchi del Maghreb agli impianti eolici offshore dei mari del Nord. Il problema principale è rappresentato dai costi. Si parte da una stima iniziale di circa 400 miliardi di euro. Un conto salato, ma essenziale stando alle previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia in base alle quali, entro il 2030, il mondo dovrà comunque spendere più di 13mila miliardi di euro nella costruzione di nuove centrali elettriche.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.
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Mondo
Al via il progetto Desertec: il sole della Tunisia illuminerà le case dei cittadini europei
Una costellazione di 825mila eliostati seguirà il sole del Sahara, riflettendo la luce e concentrandola su una cisterna, fino a portarne all'ebollizione il liquido e azionare una turbina elettrica. Parte dell'energia verrà utilizzata negli stessi Paesi d'origine, il resto illuminerà più di 700mila abitazioni europee con due Gigawatts di energia elettrica, circa il doppio della media di un impianto nucleare
Il deserto non affascina solo poeti e narratori. Anche gli scienziati. Che stanno provando a imbrigliare il sole per illuminare un intero continente. Vogliono dimostrare che è la luce la vera ricchezza del Maghreb, più del petrolio. E per farlo, s’ispirano a una tecnologia vecchia di duemila anni. La stessa ideata da Archimede per concentrare la radiazione solare, attraverso gli specchi. A differenza dello scienziato siracusano, però, lo scopo stavolta non è incendiare le navi nemiche. Bensì creare un ponte tra le due sponde del Mediterraneo. Tra un continente alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo e una regione in lotta per avere più democrazia. Il progetto, denominato Desertec, è visionario: l’idea è realizzare una rete di minicentrali, distribuite lungo tutto il Nordafrica, che utilizzano la tecnologia del solare termodinamico, il cui padre è un altro scienziato italiano, Carlo Rubbia. Energia pulita, che consentirà di abbattere le emissioni di gas serra, in prospettiva di un nuovo accordo sul clima, dopo la scadenza, a fine anno, del protocollo di Kyoto, i cui risultati finora sono apparsi piuttosto modesti.
Si partirà nel 2014, grazie a un’intesa tra la Tunisia del dopo Ben Ali e la fondazione Desertec. Il nostro Paese sarà la porta d’accesso al Vecchio continente, attraverso un cavo sottomarino che collegherà il deserto tunisino al centro Italia, poco a nord di Roma, per poi diramarsi nel Meridione e nel resto del territorio europeo. Una costellazione di 825mila eliostati – la moderna versione degli specchi ustori di Archimede – seguirà la parabola del sole del Sahara, dove la potenza d’irradiazione è quasi tripla rispetto all’Europa centrale, riflettendo la luce e concentrandola su una cisterna, fino a portarne all’ebollizione il liquido e azionare una turbina elettrica. Parte dell’energia rubata al sole verrà utilizzata negli stessi paesi d’origine, per esempio nei dissalatori. Il resto illuminerà notte e giorno, a partire dal 2016, più di 700mila abitazioni europee, grazie a un sistema di trasmissione in corrente continua (per ridurre al minimo le dispersioni), che fornirà due Gigawatts di energia elettrica, circa il doppio della media di un impianto nucleare. “Con il nostro progetto vogliamo dimostrare che trasportare energia pulita e potenzialmente inesauribile dal cuore del deserto alle abitazioni in Europa non è fantascienza, ma una concreta opportunità – commenta Thiemo Gropp, direttore della fondazione Desertec -. Per questo auspichiamo che si percorra la stessa strada anche nelle altre zone desertiche del mondo”.
Un’idea che potrebbe trovare terreno fertile, se si considera che, in appena sei ore, i deserti del pianeta ricevono dal sole più energia di quella consumata dall’umanità nell’arco di un intero anno. E che vede come capofila la Germania, che si appresta, dopo l’incidente di Fukushima, a chiudere le proprie centrali nucleari. Secondo l’Institute for energy della Commissione europea, basterebbe appena lo 0,3 per cento della radiazione solare assorbita dai deserti del Sahara e del Medioriente per soddisfare l’intero fabbisogno di energia dell’Europa. Il progetto Desertec, nato da un’idea del Club di Roma, si propone d’imbrigliare parte di questa risorsa finora inutilizzata.
Lo scopo è ambizioso: assicurare, entro il 2050, una copertura del 15 per cento del fabbisogno energetico del Vecchio continente. E affrancare nel tempo l’Europa dalla cortina di ferro energetica, rappresentata dal gas russo. Per farlo, però, sarà necessario sommare il contributo del caldo sole del deserto a quello dei venti che sferzano le coste atlantiche dal Marocco al Nordeuropa. Desertec, infatti, è solo una parte di un disegno molto più ampio, quasi faraonico, che mira a creare un’unica super-rete energetica per unire due continenti, dagli specchi del Maghreb agli impianti eolici offshore dei mari del Nord. Il problema principale è rappresentato dai costi. Si parte da una stima iniziale di circa 400 miliardi di euro. Un conto salato, ma essenziale stando alle previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia in base alle quali, entro il 2030, il mondo dovrà comunque spendere più di 13mila miliardi di euro nella costruzione di nuove centrali elettriche.
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Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.