Per il Guardasigilli andranno riformati anche il falso in bilancio, i tempi di prescrizione e la legge sul conflitto d'interessi. Su Tangentopoli il ministro ha detto: "E' stato un fenomeno giudiziario importante. Oggi si torna a parlare di corruzione ma più in termini di 'appropriazione indebita' che di 'finanziamento illecito ai partiti'"
La riforma del sistema giudiziario italiano partirà dall’introduzione, nel codice penale, del reato di corruzione tra privati. La conferma è arrivata oggi dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che durante la trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata ha spiegato: “L’inserimento del reato di corruzione tra privati è uno dei temi dei quali si discute. I privati che intascano tangenti è un fenomeno da combattere con severità, va colpito e sottoposto a pene adeguate mentre finora abbiamo sempre pensato alla corruzione come fatto tipico della Pubblica amministrazione”. Quanto alle modalità di attuazione della riforma il Ministro ha aggiunto: “Non so se sarà introdotto con un maxi-emendamento al decreto anti corruzione, ma a me interessa il risultato di adeguare le pene. E la vera rivoluzione – ha aggiunto la Severino – sarebbe rappresentata dalla creazione di un’impresa etica, allo scopo di tutelare la corretta concorrenza tra aziende”.
“Il Governo – ha aggiunto il Guardasigilli – dovrebbe prendere anche in considerazione la riforma del falso in bilancio nell’ambito del provvedimento contro la corruzione e rivalutare le norme che riguardano la prescrizione“. Ma più che la prescrizione in senso stretto, quello che preme alla Severino è riuscire a “dare tempi certi, per i cittadini, entro i quali il processo venga celebrato”. E “se ci sarà la necessità e se ci sarà il tempo” si potrà anche ragionare su un intervento sul conflitto di interessi, perché “non ci sono tabù, ma è una questione su cui ragionarci sopra, il problema è individuare la norma giusta”. Nell’attuale governo “non mi sembra” che ci siano conflitti di interesse, ma “persone che si sono spogliate delle loro precedenti funzioni e compiti e hanno anche rinunciato a pivilegi”. Quanto al lodo Alfano, per il ministro della Giustizia, l’immunità “deve essere pensata a tutela delle opinioni espresse nell’esercizio delle proprie funzioni, ma per lo svolgimento di attività private ciascuno deve rispondere di ciò che fa sempre e comunque, sia che faccia il politico che l’uomo di governo che il pubblico amministratore”.
Paola Severino si è poi detta soddisfatta del dibattito aperto in Parlamento su tutti i temi che ruotano intorno alla giustizia ed ha rivelato di ritenere di poter convincere Pdl e Lega a modificare l’emendamento da loro presentato sulla responsabilità civile dei magistrati introdotta alla Camera: “Credo e spero – ha detto – che la discussione in Senato sarà totalmente aperta, io credo nella forza di convincimento”.
Una riflessione, infine, il ministro della Giustizia l’ha fatta anche sul periodo di Tangentopoli: “Ritengo sia stato un evento giudiziario importante che ha fatto emergere un fenomeno criminale grave, quello del finanziamento illecito dei partiti e dei vantaggi illeciti”. Adesso le cose sono cambiate, è cambiata la legge sul finanziamento pubblico ai partiti “ma – ha osservato Severino – di nuovo si parla di corruzione come di un fenomeno dilagante in Italia. Credo che la corruzione di un tempo sia a un certo punto scemata, ma poi ha ripreso con vie diverse”. In proposito ha fatto riferimento alla ‘vicenda Lusi‘ per evidenziare come la corruzione abbia adesso preso la forma della “appropriazione indebita” e si sia spostata “all’interno della pubblica amministrazione”. “Allora è lì che bisogna intervenire” ha concluso il ministro, dicendosi favorevole anche a cambiare le norme sul finanziamento ai partiti.