Il segretario nazionale della Cgil, ospite a 'Che tempo che fa?', ricorda che l'articolo 18 non si tocca. "Non si può indebolire la norma. Altrimenti, il messaggio che verrebbe ricavato è 'potete fare quello che volete' trasformando il lavoratori in una sorta di 'servi'"
Uno dei temi più aperti resta quello che riguarda l’articolo 18, che il Governo vorrebbe modificare, ma che la Cgil ritiene intoccabile perché “è una norma di civiltà”. “E’ una norma esistita per tanti anni e nessuno aveva mai minacciato di sollevarlo. Che ci sia stato un carico ideologico non c’è dubbio – ha aggiunto il segretario – ma l’articolo 18 non si può cambiare nella sua sostanza perché dice che ‘non si può licenziare se non c’è un giustificato motivo'”. Per il numero uno della Cgil l’art. 18 resta “una norma di civiltà ma soprattutto una norma deterrente. Il contenzioso giudiziario sull’articolo 18 è basso, non ha numeri infiniti, ed è per questo che non si può indebolire la norma. Il messaggio che verrebbe ricavato, altrimenti, è ‘potete fare quello che volete'” trasformando il lavoro in una forma di “servitù”.
Sempre in tema di lavoro, mentre questa sarà una settimana cruciale per sindacati e governo, la Camusso sottolinea che c’è un tema su cui “bisogna ragionare”. “Il procedimento giudiziario per un licenziamento – ha spiegato – dura 6 anni, questa è un’incertezza eccessiva per il lavoratore e per l’impresa. Non bisogna cambiare l’articolo 18 ma trovare procedure per risolvere in tempi più rapidi questi contenziosi”. Ed, infine, il segretario generale della Cgil, ha concluso: “Penso che le pensioni e le retribuzioni sopra un certo reddito, per una quota, dovrebbero essere pagate in titoli di Stato. Questo vuol dire riportare il debito nel nostro Paese, non darlo alla speculazione e anche dire alle banche di investire nell’economia reale”.
Dello stesso parere si è mostrato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni che dai microfoni di Sky Tg24 ha dichiarato: “Il Governo deve capire che se è importante per il lavoro la riforma del mercato del lavoro, la cosa più importante è come si dà lavoro. Infatti senza una buona economia non c’è lavoro e ci sono tante persone che restano in difficoltà. Noi -ha aggiunto Bonanni- andremo verso le esigenze generali e allora saremo disposti ad incontrare il Governo a mezza strada, ma il governo deve incontrare a mezza strada noi”.
Molto polemica, invece, è risultata la Cisl nei confronti della trasmissione che ha ospitato Susanna Camusso: “E’ emblematico che il signor Fabio Fazio di ‘Che Tempo fa?’ sia il più pagato ed il più settario tra tutti i conduttori televisivi. Che cosa risponde la Rai?”. Lo ha scritto la Cisl nazionale su Twitter, attaccando direttamente il conduttore televisivo per l’esclusione “scientifica e reiterata”‘, a detta loro, del sindacato di via Po dalla popolare trasmissione di Rai3.