Il mesto ventennale di tangentopoli. La Corte dei Conti afferma che la corruzione dilaga in Italia e vale ormai 60 miliardi all’anno, la metà del valore di tutta la corruzione europea.
Napolitano attacca i magistrati per le loro esternazioni e spinge i tre inciucioni della maggioranza “strana”, Alfano, Bersani e Casini, alla riforma burocratica della giustizia, guardandosi bene dal citare le leggi ad personam che facilitano la corruzione.
Il governo rimanda ancora una volta la legge antitangenti, temendo le reazioni dei partiti, Pdl in particolare.
Toga zittita, legge tradita
Tangentopoli ha vent’anni
e di Man pulite i danni
ci raccontano i Pinocchi.
Nel paese dei balocchi
ogni giorno saltan fuori
più corrotti e corruttori
che baldracche in un bordello.
Ma ormai il tempo volge al bello,
al sentir Napolitano,
col governo bocconiano.
L’aria spinge alle riforme,
chiare a tutti son le norme
che faran della Giustizia
una unanime delizia,
chiare son le prìorità,
chiara pur la volontà
di arrivarci tutti insieme,
con l’inciucio come seme:
la mordacchia ai magistrati
e il no a farsi candidati
ad un seggio in Parlamento.
L’italian prova sgomento
al mutar del noto quadro:
in politica va il ladro…
e non giudici e pm.
Sfugge il buon Matusalemme
al ferale anniversario
di un paese refrattario
a affrontar la corruzione.
Chi della Costituzione
vanta d’esser partigiano
dall’anzian Napolitano
si guadagna l’altolà,
è una cosa che non va.
“Sia ben chiaro, non transigo
che qualcuno faccia il figo
al congresso d’un partito…
Chi lo fa venga punito!”
Ma ci son pure altri affronti.
Primo: la Corte dei Conti
la Nazion dice campione
europeo di corruzione,
giunta ai mitici traguardi
di sessanta e più miliardi,
metà dell’importo che
è la corruzione Ue.
Poi perché in tredici anni
di parlamentari inganni
non abbiam ratificato
l’europeo penal trattato.
Perché vaga in Parlamento
da due anni lo strumento
della legge antimazzetta
e il governo ancora aspetta
con l’ennesimo rinvio.
E ancor, Severino, il dio
dell’italica Giustizia,
non affronta la nequizia
della lesta prescrizione
che fa della corruzione
un reato inesistente
ed appare indifferente
circa il falso nel bilancio
che alla corruzion dà slancio.
E infin l’Unto del Signore
che di Mills fu corrutore,
a giudizio del pm,
spera che Matusalemme
lo difenda dai reati
attaccando i magistrati,
cosa che gli piace assai,
non essendo un samurai
sempre pronto alla tenzone,
ma, piuttosto, un inciucione.
E il governo bocconiano?
Sventola il suo talismano
perché portin gli stranieri
capital con tanti zeri:
“Se vogliam gli investimenti,
diamo il via ai licenziamenti,
è l’Europa che lo chiede!”
Mario Monti è in malafede:
non l’articolo diciotto
ci danneggia, ma il corrotto!
La morale? Brava gente,
nonostante il presidente,
i campion della Bocconi,
i tre ignobili inciucioni
e la scusa della Ue,
c’è il real timore che
solo il guru Celentano
salvar possa l’italiano!