In manette per corruzione aggravata otto persone, tra le quali il responsabile provinciale del Provveditorato alle opere pubbliche. Giuseppe Cantoni, esponente del Carroccio nella provincia di Sondrio, coinvolto nelle manovre per "scalare" il provveditorato e ottenere nuovi appalti. Nelle carte il tentativo di avvicinamento all'ex viceministro Castelli
Sembra la solita storia di funzionari infedeli e imprenditori senza scrupoli, ma questa volta il partito nel quale una “cricca” napoletana cerca appoggio è la Lega Nord. Otto persone sono state arrestate a Napoli, cinque in carcere e altre tre ai domiciliari, con l’accusa di corruzione aggravata e turbativa d’asta per i lavori della nuova sede del Cnr nel quartiere di Fuorigrotta.
L’operazione condotta dal Noe di Napoli, guidato dal maggiore Giovanni Caturano, su ordine della Procura partenopea, pm Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Lucia Esposito, vede tra gli indagati Giuseppe Cantoni, un padano doc, verde Lega, di Livigno in provincia di Sondrio. Che, secondo l’accusa, si sarebbe speso per la promozione di uno degli arrestati, Angelo Palazzo, ai vertici del Provveditorato alle opere pubbliche di Campania e Molise. Cantoni, si legge nell’ordinanza del gip Egle Pilla, “ha avanzato ai vertici della Lega, suo partito di riferimento, la candidatura di Angelo Palazzo a nuovo provveditore interregionale alle opere pubbliche per la sede di Napoli, e pur non potendo assicurare la nomina di Palazzo con assoluta certezza, fornisce ampie rassicurazioni in merito a Pasquale Pedana”.
Pedana, invece, è un imprenditore ritenuto vicino alla Lega Sud Ausonia, “anello di congiunzione tra Carlo Romano (un altro degli arrestati, ndr) e la politica” oltre ad essere consigliere dell’Unione nazionale sindacati autonomi (sindacato di cui Cantoni è segretario). Pedana, ora ai domiciliari, si accontenta della promessa di Romano di avere un posto per il figlio in caso di nomina di Angelo Palazzo a provveditore.
La cricca, con presunto ideatore il faccendiere Carlo Romano (che compare anche in un’indagine sul clan dei Casalesi), aveva interesse a silurare il provveditore alle opere pubbliche della Campania e del Molise e sostituirlo con Angelo Palazzo, anche lui arrestato, in modo da poter controllare le gare d’appalto indette. La cricca riesce ad alterare l’esito di una gara per la realizzazione della nuova sede del polo tecnologico del Cnr di Fuorigrotta grazie alla complicità proprio di Palazzo, che riveste la carica di capo ufficio tecnico per la provincia di Napoli del provveditorato e di Vincenzo D’Agostino, direttore tecnico del provveditorato e assessore all’ambiente del comune di Sant’Antimo, regno politico di Luigi Cesaro, il presidente Pdl della provincia di Napoli. In carcere anche l’imprenditore Carlo Coppola, che ha partecipato alla gara e avrebbe contribuito ad alterarla oltre a corrispondere a Romano soldi per truccarla.
Ma la partita importante è il ruolo di provveditore. Per sostenere la nomina di Palazzo servono i rapporti con la politica, garantiti da Giuseppe Cantoni, che si è più volte spacciato per onorevole ricoprendo un ruolo in un sedicente parlamento per la sicurezza e la pace mondiale. Cantoni si dice vicino all’allora viceministro alle infrastrutture Roberto Castelli, estraneo all’inchiesta. Il dato emerge chiaramente dalle carte anche se l’incontro più volte annunciato non sarebbe avvenuto per gli impegni di Castelli e perché gli indagati vengono raggiunti da un avviso di garanzia.
I carabinieri del Noe iniziano a monitorare le attività dal febbraio 2011, all’epoca Castelli era viceministro. La cricca lavora per la nomina del fidato Angelo Palazzo. Il 18 febbraio Carlo Romano chiama Angelo Palazzo: “ Parlano – si legge nell’ordinanza – di un incontro con la Lega e di tale Cantoni (…)”. Romano, il 2 marzo, si informa su Castelli e telefona a Pasquale Pedana. “ Romano – scrivono i carabinieri – chiede cosa fa Castelli. Pasquale gli dice che in base a quanto gli ha riferito Cantoni, la riunione slitta perché Castelli ha detto di essere impegnato per problemi politici (…) Carlo Romano chiede per la questione Palazzo… Pasquale gli dice che slitterà di una settimana ma poi la risolviamo”.
Il gip scrive che ulteriori telefonate “danno consistenza all’ipotesi di sfruttamento da parte di Carlo Romano delle sue amicizie per caldeggiare la candidatura di Palazzo”. Al telefono la cricca parla dell’utilità di avere un proprio uomo al provveditorato: “Romano dice a Pedana che sono circa 280 miliardi… Carlo dice che devono mettere gli uomini giusti al posto giusto…una volta risolto il passaggio di Palazzo risolveranno tutti i problemi per le generazioni future. Il provveditorato per le opere pubbliche ha sotto la propria tutela anche i porti”.
La strategia prosegue. Nel marzo 2011 Cantoni al telefono spiega che non riesce a incontrare Castelli per i numerosi impegni politici, ma che l’operazione Palazzo si farà. Il 31 marzo entra in scena anche Mario Item, indagato, napoletano residente a Como, amico di Pedana e Cantoni. Al telefono con Pasquale Pedana provano a coinvolgere anche il presidente della provincia di Como Leonardo Carioni. “Mario dice che Giuseppe(Cantoni, ndr) ha molte amicizie, ma ogni amicizia ha una forza. Per Pasquale l’importante è raggiungere lo scopo. Per Mario questo (il presidente della provincia di Como) potrebbe essere più influente del viceministro, e riferisce di aver chiesto a Giuseppe Cantoni di combinare tutte e due gli incontri. Pasquale gli dice fatti carico tu di questa cosa”.
C’è un’altra telefonata nella quale la cricca chiama in causa Castelli. Il 29 aprile Ugo Iannone (non indagato) chiama Pasquale Pedana. “Pedana – scrivono i carabinieri del Noe – gli dice che Cantoni non gli ha fatto sapere niente più per l’ingegnere (Palazzo)…Ugo gli dice che lo ha chiamato e la segnalazione è stata fatta personalmente con Castelli e che il ministro gli ha riferito che per questa cosa ci vuole ancora tempo”.
La cricca, a fine aprile, riceve la notifica degli avvisi di garanzia. Palazzo non sarà nominato provveditore e anche l’appalto truccato al Cnr di Fuorigrotta, per un errore, non viene assegnato alla ditta di Carlo Coppola, anche se viene accertato il pagamento della tangente. Nell’indagine finisce coinvolto anche Lorenzo Amodeo, referente del consorzio cooperativo costruzioni di Bologna, a conoscenza dell’alterazione della gara d’appalto e della tangente pagata a Romano.
LA PRECISAZIONE DELLA LEGA SUD-AUSONIA
”Pasquale Pedana non risulta essere né un iscritto, né mai un candidato, né tantomeno elemento conosciuto alla struttura del Movimento politico Lega Sud Ausonia”.
Cordiali Saluti,
Francesco Montanino (Responsabile Ufficio Stampa Lega Sud Ausonia)