Dopo una travagliata gestazione, la tanto agognata inaugurazione del Museo Casa natale Enzo Ferrari ha una data. Il 10 marzo prossimo, infatti, si svolgerà a Modena la prima edizione de “La notte dei motori, il rosso del Motorsport incontra il giallo del Museo Casa Enzo Ferrari” dove il museo, su cui tutta Modena aveva investito per il rilancio della città dal punto di vista turistico, aprirà ufficialmente i battenti agli appassionati della “Rossa”. Un appuntamento imperdibile che sembrerebbe spazzare via tutte le problematiche che intorno ad esso sono sorte.
In primo luogo la difficoltà riscontrata inizialmente per trovarne un gestore. Infatti, la scorsa estate, scaduto il bando di gara per aggiudicarsi la gestione del complesso museale, l’asta andò deserta. Troppo alta la cifra di partenza di 5,2 milioni di euro o il progetto complessivo (su sui si sono investiti 16 milioni di euro tra realizzazione, partner pubblici e privati) vacilla nel definire un coordinato piano di marketing territoriale – ricettivo? Si domandavano i mal pensanti. E non solo: davvero la città di Modena ha bisogno di un investimento così cospicuo per rilanciare il proprio settore turistico? D’altronde l’azienda del Drake ha già un piccolo gioiello museale in quel di Maranello.
Sicuramente l’area espositiva di Modena (la superficie complessiva conta circa 6mila metri quadrati) progettata dallo studio londinese Future Systems, sarà un complesso museale di tutto rispetto, con sistemi domotici e di geotermia per un alto risparmio energetico e sarà posta proprio a fianco della casa in cui Enzo Ferrari nacque nel 1898, vicino al centro della città, a pochi passi dalla Maserati, altro colosso motoristico modenese e le previsioni dicono, che il museo conterà una cifra di visitatori pari a 200mila annuali.
Da qui la cerimonia in pompa magna del 10 marzo prossimo, tra moto e auto storiche rosse, esibizioni di musica e cabaret, persino la simulazione della partenza di un Gran Premio. Peccato che l’evento dimentichi che nella fabbrica storica della Casa del Cavallino Rampante di Maranello le tensioni tra direzione aziendale e parte degli operai si acuisce di giorno in giorno. Ed anche se il gruppo presieduto da Luca di Montezemolo ha chiuso lo scorso anno con un fatturato in aumento del 17,3 % a 2,251 miliardi, la prossima settimana ripartirà la trattativa per il contratto aziendale con al tavolo un grande e involontario assente: la Fiom/Cgil, esclusa in quanto non firmataria del contratto Fiat del 13 dicembre scorso.
«A due mesi dalla firma dell’accordo – afferma Giordano Fiorani, segretario provinciale della Fiom/Cgil di Modena nel presentare le iniziative di lotta a sostegno dello sciopero generale nazionale del 9 marzo prossimo – Fim e Uilm non hanno fatto alcuna assemblea con i lavoratori. Il prossimo 22 febbraio riprende la trattativa sul contratto integrativo in Ferrari, la Fiom sarà esclusa, ma anche i lavoratori non sanno nulla dei contenuti. Peraltro proprio in Ferrari i delegati di Fim e Uilm hanno bocciato l’accordo del 13 febbraio. Un segnale importante di cui si dovrebbe tenere conto».
Da qui la scelta di partire, entro fine mese con la denuncia ex articolo 28 per attività anti-sindacale nei confronti di tutte le aziende Fiat a Modena, Ferrari compresa.