Intanto dovranno saldare il conto: l'unico che lo ha già fatto è stato Marco Di Vaio. Per tutti e 20 gli indagati le accuse rimangono
Una lista di dieci calciatori e tre mogli che ora dovranno versare le quote a loro addebitate. Invece il capitano dei rossobu, Marco Di Vaio, aveva già regolato i conti a dicembre, pagando circa 9 mila euro.
Nella lista presentata dagli uomini coordinati dal procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini ci sono cifre notevoli, che ora toccherà pagare anche ai compagni di Di Vaio, come hanno già annunciato di voler fare. Ma non tutto e subito. Per una voce delle multe, infatti, relativa a divieti di sosta o altro, le notifiche non sono andate a buon fine e ora bisognerà valutare caso per caso.
Comunque la maggior parte dei soldi che i calciatori dovranno versare sono relativi agli accessi nella Ztl (non consentiti) e all’uso di permessi temporanei T7, quelli che consentono di accedere e sostare nel centro. Solitamente vengono concessi a chi sta per ottenere la residenza, per un periodo di 90 giorni rinnovabili in attesa della residenza temporanea o definitiva. E la Procura, infatti, aveva scoperto l’esistenza di molti permessi T7 falsi in capo a calciatori e parenti, non avendo questi avviato alcuna procedura per la residenza. Questi permessi T7 sono stati rilasciati sistematicamente da Coopertone a calciatori e parenti senza le pratiche anagrafiche collegate (libretto di circolazione e copia della richiesta di residenza).
Il conto più salato, comunque, è quello di Gaby Mudingayi, con una cifra di 36 mila euro. A seguire Martins Adailton, al quale sono contestati 29 mila euro. Poi Diego Perez e moglie, con 7 mila euro; Emanuele Viviano e signora con 6 mila euro, Archimede Morleo dovrà pagare 4 mila euro, Evangelos Moras 3.500, Massimo Mutarelli 3.200, Daniele Portanova 1.800, Andrea Esposito 800 e Nicola Mingazzini e moglie 800 euro.
L’avvocato di alcuni rossoblu, Gabriele Bordoni, ha già annunciato l’intenzione di pagare la somma contestata “ferma restando l’indicazione che il pagamento viene operato soltanto per dar conto da parte dei giocatori che non si vuole beneficiare di agevolazioni che ora si comprende non essere dovute, indiscutibile tuttavia essendo la loro inconsapevolezza a suo tempo circa l’irregolarità dei pass e del loro uso”. Con l’intento, inoltre, di inviare una nota al procuratore Giovannini per chiarire questo particolare e “insistendo per l’archiviazione di tutte le loro posizioni processuali per infondatezza della notizia di reato”. Da tempo, infatti, la linea difensiva dei calciatori si basa semplicemente sulla buona fede: per gli sportivi quei permessi erano del tutto regolari. Si sarebbero affidati alla tuttofare del Bologna Fc, Marilena Molinari (anche se non è una dipendente dei rossoblu e attualmente indagata) che si occupava di tutto, e confidando nella sua buona fede non si sono curati di verificare i permessi per entrare e parcheggiare nel centro della città.
In tutto sono circa venti gli indagati. Dodici calciatori per uso di atto falso: Marco Di Vaio, Gaby Mudingay, Vangelis Moras, Andrea Esposito, Gabriele Paonessa, Nicola Mingazzini, Vlado Smit, Martins Bolzan Adailton, Daniele Portanova, Emiliano Viviano, Massimo Mutarelli e Archimede Morleo. Tra gli altri indagati ci sono anche alcune mogli e compagne degli sportivi e Gianluca Garetti (ex impiegato della Coopertone).