Dubbi sui costi della riforma, sugli ammortizzatori sociali e su chi ne potrà beneficiare. Chiedono chiarezza le parti sociali dopo l’incontro di oggi col governo per discutere sulla riforma del mercato di lavoro in Italia. La discussione con l’esecutivo è “faticosa” e le parti sociali hanno “ancora molto lavoro da fare”. Sono state le prime parole di Susanna Camusso al termine della riunione tenuta oggi al ministero del Lavoro e a cui hanno partecipato le parti sociali e i rappresentanti del governo. A proposito degli ammortizzatori sociali, tema al centro dell’incontro odierno, il leader della Cgil ha detto che”bisogna costruire un sistema che accompagni tutta questa crisi. La scadenza dell’autunno 2013 non è detto che sia sufficiente – ha sottolineato – perché non si può determinare quando finisce la crisi”. ”Bisogna trovare un riferimento alla crisi” ha detto il segretario della Cgil, che ha ribadito la necessità di mettere risorse aggiuntive sulla riforma: “Continuiamo ad avere il dubbio che, se non ci si mettono risorse, ci sarà una diminuzione e non un allargamento delle tutele”. Con un allargamento della platea – ha spiegato – non basteranno le contribuzioni attuali. “Se dovessi fare una sintesi – ha concluso – direi che abbiamo ancora molto lavoro da fare”.
video di Tommaso Rodano
Susanna Camusso ha poi detto di avere dei dubbi circa i fondi necessari per finanziare il sistema. A proposito delle dichiarazioni del presidente del Consiglio Mario Monti – che oggi ha detto di voler varare la riforma entro marzo anche senza l’accordo con le parti sociali – il segretario nazionale della Cgil Camusso non ha mostrato particolari sorprese. “Che il governo avesse intenzione di concludere il lavoro entro marzo non è una novità ma mi sembra che l’esecutivo usi sempre più spesso la parola accordo”.
Incertezze e dubbi anche da parte della Cisl, con il segretario Raffaele Bonanni che ha detto a chiare lettere: “Il governo deve chiarire cosa vuole fare sugli ammortizzatori sociali”. “Deve precisare chi sono i ‘tutti’ che vuole aiutare. Dove si prendono i soldi e chi paga, altrimenti si va a finire come con le pensioni” ha aggiunto il leader Cisl, secondo cui “l’unico sistema ragionevole è quello assicurativo, e cioè che ciascuno paga e prende in ragione di quello che ha dato. Questo è per noi l’unico sistema compatibile con la situazione attuale”.
Non si è fatta attendere la presa di posizione della Uil, con il segretario Luigi Angeletti che ha parlato di un “incontro molto importante, abbiamo parlato delle modalità con cui proteggere i lavoratori che perdono il posto, che per la Uil è il più importante degli argomenti”. Per il leader della Uil, “la posizione del Governo è stata rassicurante per quanto riguarda le nuove modalità per proteggere i lavoratori che perdono il posto – ha aggiunto -, meno rassicurante quando ha tentato di dire quanto dovrebbe costare la riforma”. La Uil, in tal senso, “non è interessata a far passare una riforma che peggiora il sistema degli ammortizzatori”.
Sulla dichiarazione di oggi del premier Monti, inoltre, è intervenuta anche la presidente degli industriali Emma Marcegaglia, secondo cui “l’obiettivo di fine marzo” per la riforma del lavoro è giusto. Il numero uno di Confindustria, poi, ha sottolineato che “è giusto sentire le parti, dopo di che non ho nulla in contrario se ad un certo punto il governo vada avanti e presenti la riforma”. “Stiamo lavorando, su alcune cose saremo d’accordo, su altre no – ha detto Emma Marcegaglia – . E’ giusto che il governo vada avanti, non siamo per dire che ci vuole più tempo” per fare la riforma del mercato del lavoro, “pensiamo che se lavoriamo bene si può fare una buona riforma”. Dopo l’incontro programmato per giovedì prossimo – in cui si approfondirà ancora il tema degli ammortizzatori sociali – al tavolo del primo marzo “parleremo anche di flessibilità in uscita – ha detto Emma Marcegaglia – , perché come abbiamo sempre detto la riforma del mercato del lavoro deve riguardare flessibilità in entrata, ammortizzatori sociali e flessibilità in uscita”. entrando nel particolare della proposta di Confindustria, Emma Marcegaglia ha detto che “per almeno due anni è importante mantenere gli ammortizzatori che ci sono senza modificarli. Cambiarli rischia di creare danni ai lavoratori. Su questo siamo d’accordo con i sindacati, 18 mesi sono insufficienti”.