L’Italia televisiva si è bloccata per quasi una settimana a dividersi sui protagonisti della kermesse canora nazional popolare. Non tanto sulle canzoni (c’era poco da discutere visto che dei 14 “big” appena 5 di loro superavano la sufficienza: Finardi, Marlene Kuntz, Bersani, Arisa, Noemi) quanto sugli ospiti e sulle vallette.
Celentano meglio cantante o predicatore?
Luca e Paolo hanno detto troppe parolacce in prima serata?
I Soliti Idioti dovevano parlare in quel modo di omosessualità?
Meglio la farfallina di Bel*n o il nude look di Ivana?
Ammesso e non concesso che a queste domande valga la pena dare una risposta e che di questo (e dei precedenti) festival ci sia qualcosa da salvare, forse vale la pena, a luci spente, accendere i riflettori sulla vicenda di Rossella Urru, la ventisettenne volontaria italiana rapita da Al Qaeda in Algeria il 23 ottobre scorso e rievocata sul palco di Sanremo da Geppi Cucciari, artista ironica e sensibile che per pochi minuti ha cercato di restituire un pò di memoria alla comunità nazionale.
Ps. Articolo21, nel corso dell’assemblea nazionale che si terrà il 2-3 marzo a Roma, ha deciso di consegnare a Geppi Cucciari il suo premio annuale per la libertà di informazione. Per aver rotto il muro del silenzio.