Avevano tentato di tingere l’Emilia di verde già cinque anni fa, ma si fermarono a Piacenza. Quest’anno la Lega nord ci riprova e riparte da Parma che, ancora convalescente dagli scandali che hanno messo a gambe all’aria l’amministrazione ducale gettando discredito sul civismo di centrodestra, sta per far partire la macchina elettorale in vista delle Comunali 2012.

L’avanzata delle truppe padane è quindi iniziata questa sera con l’arrivo di Roberto Maroni, ancora “incazzato” per la Carta di Parma – il tavolo dei sindaci organizzato dall’ex primo cittadino ducale Pietro Vignali sulla sicurezza – che mentre veniva sottoscritta celava dietro di sé giri di mazzette tra i corridoi del Comune che se ne fece promotore.

Parma e Verona sono quindi le due città su la Lega punta il tutto e per tutto per “diventare il primo partito del nord”, dice Maroni dal palco ducale e arrivare al 51% “dappertutto, visto che noi corriamo per vincere”.

La corsa al Municipio, il prossimo 6 maggio, sarà però a ostacoli e costellata in primo luogo da divisioni interne, espulsioni illustri e vecchi rancori.

Soprattutto in Emilia, visto che proprio la Lega è reduce da forti contrasti dentro al movimento dell’Alberto da Giussano con espulsioni a raffica ai danni di chi si professava “maroniano doc” e contestava la gestione del Carroccio in terra rossa.

Ma, a Parma, la storia sembra essere un’altra: “La scossa, tra me e Bossi – sostiene Maroni – è di un mese fa ed è ora ristabilita. Non ci sono state questioni ma solo opinioni diverse, non so voi giornalisti che film abbiate visto”. Ergo, i contrasti interni alla Lega “sono solo cazzate” ribadisce l’ex titolare del Viminale “e sono solo i giornali che inventano le cose per fare dei titoli ma la vera verità è che noi diventeremo il primo partito della Padania”.

Già, i giornalisti. Gente strana, vien da dire “perché la polemica dà beneficio solo a loro. Noi possiamo discutere – tiene a precisare Maroni ai suoi – ma le discussioni non creino divisioni e non lasciamoci trasportare dall’incontinenza di parlare con i giornalisti perche’ la loro polemica è per noi un danno”.

Ma ad andare al voto, in primavera, non sarà solo Parma – dove la Lega punta a far entrare almeno a questo giro qualche consigliere comunale. Anche Verona dovrà rieleggere il proprio sindaco ed è lì che i contrasti più evidenti in seno alla Lega vengono a galla. E la battaglia interna alla Lega si sta combattendo sulla pelle del sindaco uscente, Flavio Tosi, definito prima “stronzo” dal Senatur, poi cacciato dalla vicepresidenza del parlamento Padano, ma pupillo di Maroni che, anche a questo giro, sembra prendere le difese del sindaco veronese. Fino a negare la realtà: “Espulso Tosi dal parlamento padano? Mi chiedo quale film abbiate visto voi giornalisti”

“Corriamo da soli e solo con il simbolo della Lega – mette in chiaro Maroni dal palco della Camera di commercio di Parma – ma se la Lega nord ha bisogno di una lista civica per vincere io devo fare delle verifiche. E se dopo aver verificato, viene fuori che si vince così, bisogna fare così”.

Insomma, Maroni da la chiamata alle armi per affiancare al gonfalone del Comune anche la bandiera del Carroccio “facendo capire anche agli amici che votano Pdl e Pd, per non parlare di quelli che votano per Fli e Udc, che stanno sbagliando”.

E votare dalla parte sbagliata, questo il Maroni pensiero, può portare a conseguenza “nefaste”. Come, ad esempio, “la cittadinanza ai figli di immigrati e il voto agli stranieri”. Sì, perche’ “il vecchio pallino della sinistra è dare il voto agli immigrati cercando di stravolgere la struttura sociale e condizionare il voto alle elezioni”.

Se “i cialtroni di Famiglia Cristiana mi descrivevano come peggio di Hitler – arringa Maroni tra gli applausi – è perché non leggevano le cose che facevo. Adesso, invece, dentro il decreto per la semplificazione del governo Monti si nasconde quello che temevamo”. E cioé “un codicillo che permette di produrre un’autocertificazione da parte degli stranieri per provare la residenza nel determinato Comune, impedendo ai sindaci di acclarare se gli immigrati sono veramente residenti o no”. Stranieri o meno, il 6 maggio gli elettori saranno chiamati alle urne e la Lega promette: “Faremo ferro e fuoco per vincere”.

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