Con cinque rinvii a giudizio, un proscioglimento e due condanne frutto di un patteggiamento si è chiusa davanti al gup Stefano Aprile la vicenda legata al tentativo di ricatto ai danni dell’ex governatore del Lazio, Piero Marrazzo, sorpreso da alcuni carabinieri nell’abitazione del trans Natalì (il cui nome all’anagrafe è Josè Vidal Silva, ndr) in via Gradoli a Roma il 3 luglio 2009.

Per quel ‘blitz’ in casa sono stati rinviati a giudizio tre carabinieri ‘infedeli’ in servizio presso la compagnia Trionfale: Nicola Testini (quel giorno in ferie in Puglia), Carlo Tagliente e Luciano Simeone. Il militare Antonio Tamburrino risponderà della sola ricettazione del video, girato con un cellulare, che ritraeva Marrazzo nell’appartamento del viados. Anche la stessa Natalì sarà processata per due episodi di spaccio di droga legati agli incontri con Marrazzo.

E’ caduta, invece, l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato attribuita al solo Testini per la morte del pusher (già confidente dei carabinieri) Gianguerino Cafasso, deceduto tra l’11 e il 12 settembre 2009 in una stanza dell’hotel Romulus: il fatto è stato qualificato dal gup come “morte come conseguenza di altro delitto” (cioè la cessione della droga da parte di Testini), e quindi come evento non voluto. Ipotesi quest’ultima contestata dalla difesa di Testini la cui consulenza ha accertato che Cafasso morì non per aver assunto il mix di eroina e cocaina ma perché le sue condizioni di salute erano altamente precarie. Il giudice ha inutilmente chiesto al pm di modificare il capo d’imputazione, provvedendo lui stesso a una diversa configurazione del fatto.

Escono processualmente di scena da questa vicenda tre imputati ‘minori’, qualificati come ‘pusher’ dalla procura: per un quantitivo di cocaina, messa su un’auto di una persona del tutto inconsapevole, Massimo Salustri è stato prosciolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di violazione della legge sugli stupefacenti, mentre Emiliano Mercuri ha patteggiato una pena a un anno e quattro mesi. Due mesi (in continuazione con una precedente condanna e sempre frutto di un accordo tra difesa e pm) sono stati inflitti a Bruno Semprebene per aver ceduto droga a terzi. Sarà la nona sezione del tribunale, a partire dal 31 maggio, a celebrare il processo ai carabinieri. Lunga la lista dei reati contestati, a vario titolo, negli oltre venti capi di imputazione: associazione per delinquere, falso, calunnia, perquisizione arbitraria, violazione di domicilio, violazione della privacy, rapina, ricettazione e violazione della legge sugli stupefacenti. I ministeri della Difesa e dell’Interno compariranno nella duplice veste di parte civile e responsabile civile. Stesso discorso per l’imputata Natali che è anche parte civile, assieme a Marrazzo, per il blitz in casa.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Smarrimento e domande per il piccolo Claudio

next
Articolo Successivo

Lega, tra crac e assegni falsi l’ascesa di Belsito Il tesoriere che invia fondi in Tanzania

next