Valuta verso la Svizzera e carburante verso l’Italia. Cambiano i tempi e il crimine si adegua. Se una volta gli spalloni passavano il confine tra la Confederazione e il Belpaese con zaini carichi di sigarette da rivendere a prezzi da vero affare, oggi la merce contrabbandata è il gasolio. Il prezzo alla pompa in Italia è salito alle stelle, aggirandosi ormai attorno all’euro e 70 centesimi e la corsa sembra destinata a non arrestarsi. Così, qualcuno ha pensato di sfruttare la situazione, volgendola a proprio vantaggio, creando veri e propri distributori abusivi.
La Guardia di Finanza della compagnia del Gaggiolo (Varese) ha sequestrato in due distinte operazioni 15 mila litri di carburante, in parte trasportati con un’autocisterna e in parte all’interno di alcune taniche nel bagagliaio di una macchina. Sono quattro le persone denunciate, tutti italiani e residenti in provincia di Varese. Il meccanismo su cui si regge il contrabbando di carburante è semplice. Le forniture che varcano il confine diretti alle pompe di benzina o ai depositi, trasportano un prodotto su cui non gravano tasse ed accise, il cui costo si aggira dunque attorno ai 60 centesimi al litro. Una volta scaricata la merce, il trasportatore dovrebbe rientrare in Italia con la cisterna vuota (in alternativa dovrebbe dichiarare il quantitativo di ritorno). Qualcuno approfitta di questa situazione tenendo una minima parte del carico, facendo rientrare centinaia di litri di carburante esentasse da rivendere sul mercato nero ad un prezzo inferiore a quello del distributore, con margini di guadagno tra i 40 e i 60 centesimi al litro.
In questo contesto si è sviluppata la doppia operazione delle fiamme gialle che ha visto prima intercettare e fermare al valico di Gaggiolo un’autocisterna che tentava di entrare in Italia senza pagare le imposte con 1200 litri di carburante. In un secondo momento al vicino valico di Clivio (Varese) è stata fermata un’autovettura che trasportava sei taniche di gasolio da 25 litri. Immediatamente sono scattate le perquisizioni nelle abitazioni e nei depositi dei presunti contrabbandieri, dove i militari hanno trovato altro combustibile introdotto illecitamente in Italia. Nel complesso, sono stati sequestrati oltre 15 mila litri di carburante, una cisterna, un’autovettura e tutto il materiale utilizzato per fare i travasi (comprese pompe e conta litri). I quattro presunti contrabbandieri sono stati denunciati e sono in corso altre indagini per accertare eventuali, ulteriori responsabilità.
Il comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Gaggiolo, capitano Leonardo Milone, ha spiegato che il fenomeno non è inedito: “Capita che qualcuno cerchi di introdurre il gasolio che precedentemente aveva portato all’estero. Possono essere operatori del settore o soggetti che si accordano con qualche trasportatore per ottenere carburante a basso costo da rivendere in Italia. Purtroppo la crisi e l’aumento dei prezzi stanno facendo sì che il ricorso a questi espedienti stia aumentando”.
Appena due settimane fa un caso analogo (seppur quantitativamente più contenuto) era stato scoperto dalla Guardia di Finanza del porto di Palermo, che hanno pizzicato un camionista catanese mentre, allo sbarco della nave proveniente da Tunisi, tentava di introdurre in Italia 350 litri di gasolio di contrabbando. In quel caso il combustibile era stato acquistato il giorno prima ad un prezzo di gran lunga inferiore rispetto a quello praticato in Italia. Il tutto mentre i benzinai, soprattutto nei territori di confine, soffrono in particolar modo gli effetti del caro carburante, che sta portando sempre più automobilisti a prediligere il pieno oltre frontiera. Lunedì mattina i benzinai aderenti alla Faib hanno inscenato una protesta davanti alla sede della prefettura di Varese, dove hanno chiesto di introdurre misure per calmierare il prezzo ai distributori: togliere alcune tasse e modificare le ultime liberalizzazioni.