La riforma sul mercato del lavoro? “Si va avanti anche senza il consenso dei partiti”. Parola del ministro Elsa Fornero, intervenuta in videoconferenza alla presentazione del libro ‘Giovani senza futuro? Proposte per una nuova crescita’ tenutasi a Montecitorio. Chiaro il riferimento al Partito democratico, che tramite il segretario Pier Luigi Bersani, aveva fatto intendere che il suo sì alla riforma non era scontato in mancanza di intesa con le parti sociali. “Non condivido la tesi di andare avanti anche senza accordo. Se non ci sarà, il Pd valuterà in Parlamento quel che viene fuori sulla base delle nostre proposte” aveva detto il leader democratico, a cui oggi il ministro del Lavoro ha risposto direttamente. Con parole che non lasciano spazio ad altre interpretazioni.
“Penso che anche il Pd possa votare una buona riforma – ha detto Elsa Fornero – ma se ci sarà accordo solo su una riforma che il Governo non giudica buona, ci assumeremo la responsabilità di andare avanti e il Parlamento si assumerà la responsabilità di appoggiarlo o meno”. Sulla presa di posizione di Bersani, il ministro ha detto di non aver sentito “altolà secchi di nessun tipo” e di aver incontrato “diverse volte esponenti del Pd e ho illustrato con chiarezza le linee del Governo, come ho fatto con i sindacati”. “Sono temi in discussione da molto tempo – ha precisato – si possono discutere e, anche se ci sono posizioni diverse, non credo che ci siano aut aut”.
Per quanto riguarda i tavoli di confronto, il ministro ha detto di essere fiduciosa sulla possibilità di arrivare a una linea comune con i sindacati. “Si sta lavorando bene, ma questo non vuol dire avere in tasca l’accordo – ha detto la titolare del welfare – La nostra discussione è proficua e, anche se il governo esprime spesso la volontà di andare avanti anche senza un accordo, io esprimo una moderata fiducia”. Il compito dell’esecutivo, del resto, è tutto rivolto a tutelare le nuove generazioni. Elsa Fornero lo ha ribadito chiaramente: “C’è la consapevolezza che si tratta di lavorare per il Paese, soprattutto quello rappresentato dai giovani”, a cui “vogliamo dare prospettive. Questa è la base, la motivazione principale del lavoro che stiamo facendo”.
Per costruire una riforma che vada in questa direzione, secondo il ministro “bisogna cambiare molte delle cose che hanno creato nel tempo una sedimentazione di istituti contrattuali, di ammortizzatori e di pratiche che nei fatti si sono dimostrati veicoli per il precariato”. L’idea dell’esecutivo, invece, “è quella di trovare delle leve per scardinare questi veicoli e aprire delle strade positive. Il Governo è anche assolutamente consapevole che non basterà un cambiamento delle regole del mercato del lavoro” per crescere l’economia e dare grandi prospettive ai giovani.
Per quanto riguarda l’articolo 18, invece, il ministro ha detto di non aver “mai sostenuto che esso venga per primo, c’è molto lavoro da fare ma è un tema cha sarà posto nel confronto con i sindacati: nulla che è sociale è fuori dalla discussione – è stato il parere di Elsa Fornero – faremo aperture, guarderemo i problemi per risolverli senza il desiderio di mettere in difficoltà nessuno, è un obiettivo ambizioso ma serve per ridare fiducia ai giovani nel loro paese”. Sui tempi di attuazione, invece, il ministro ha sottolineato che ‘”i sindacati non hanno accolto con grande fervore le proposte di riforma degli ammortizzatori sociali perché non abbiamo moltissime risorse da investire. Nessuno però ha sostenuto che la riforma andrà in vigore nel 2012 e forse nemmeno nel 2013, sarà fatta con gradualità e universalità, cioè per estendersi a tutti i lavoratori”. “E’ un passaggio difficile – ha spiegato il ministro – può sembrare una riduzione delle tutele ma noi pensiamo alla loro estensione ai giovani”.
Non si è fatta attendere la risposta di Pier Luigi Bersani. ”Dice bene Fornero: il Partito democratico appoggerà una buona riforma. Naturalmente la valuteremo confrontandola con le nostre proposte – ha detto il segretario del Pd – Quel che ci vuole è un buon accordo perché i mesi difficili che abbiamo davanti devono essere affrontati con il cambiamento, con l’innovazione e con la coesione sociale”. Sulla questione è intervenuto anche il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni, che ha consigliato al ministro “molta cautela perché al posto della riforma potrà verificarsi una controriforma”. Il leader della Cisl, inoltre, ha sottolineato che “quando ci sono in ballo situazioni così delicate, prescindere dalle parti sociali e anche dal Parlamento può configurare una situazione imbarazzante”. Il Paese, ha aggiunto, “si trova nel pieno della crisi e la gente è molto attenta a come saranno rielaborati gli ammortizzatori, a come si daranno sostegni ai lavoratori in difficoltà e a come ci si occupa della crescita. Mi pare che della crescita non si stia occupando nessuno”. Bonanni, poi, ha confermato che il suo sindacato “non si schioderà dal tavolo e non lascerà che il governo decida da solo. Dopo la vicenda delle pensioni, non permetteremo che si ripeta la stessa storia sul mercato del lavoro”.
In serata, inoltre, sono filtrate alcune indiscrezioni da Palazzo Chigi sull’incontro tenutosi nel pomeriggio tra Mario Monti e una delegazione del Pdl composta da Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Gianni Letta. Secondo quanto fatto capire da Osvaldo Napoli, il Cavaliere si è raccomandato che il governo vada avanti con o senza intesa coi sindacati. E su questo Monti non ha nessuna intenzione di tornare indietro, anche se l’auspicio – come ha ripetuto il premier fin da ieri – è che le cautele del Pd siano dettate da ragioni di politica interna e che alla fine non solo le forze sociali, ma anche i partiti – Pd in testa – sostengano le scelte dell’esecutivo. La riforma del lavoro, però, viene vista dai vertici del Pdl come un’occasione importante per il futuro. Berlusconi, secondo qualcuno, ritiene che proprio su questo il Pd si possa spaccare, lasciando al Pdl e al Terzo Polo il compito di sostenere il governo tecnico.