Toccherà ai Comuni e alle Regioni decidere su un eventuale incremento delle licenze per i taxi.  Il governo ha dato il via libera all’emendamento al decreto legge sulle liberalizzazioni proposto da Filippo Bubbico del Pd e Simona Vicari del Pdl. All’interno del provvedimento si legge che “l’Autorità dei trasporti dovrà monitorare e verificare la corrispondenza dei livelli di offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni, alle esigenze dei diversi contesti urbani. Saranno però Comuni e Regioni ad intervenire dopo aver acquisito il parere dell’Autorità. Si potrà tra l’altro stabilire l’incremento del numero delle licenze ‘ove ritenuto necessario’ bandendo concorsi straordinari. I proventi che deriveranno dal rilascio di nuove licenze – è scritto nella bozza del testo – sono finalizzati ad adeguare compensazioni da corrispondere a coloro che sono già titolari di licenza. Verrà inoltre consentita ai titolari di licenza, d’intesa con i Comuni, una maggior libertà nell’organizzazione del servizio” sviluppando anche nuovi servizi come il taxi ad uso collettivo.

Nell’emendamento si prevede anche una maggior libertà per la fissazione delle tariffe con una “corretta e trasparente pubblicizzazione a tutela dei consumatori”. Si punta anche a migliorare la qualità dell’offerta ad esempio ampliando la formazione professionale. Fissati i principi, si prevede che nel caso in cui i Comuni si discostino senza adeguata motivazione dal parere dell’Autorità, quest’ultima potrà ricorrere al Tar del Lazio.

Per i sindacati si tratta di un passo indietro del governo. “E’ un mese e mezzo – ha dichiarato il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni – che sostengo che il governo non può essere forte con i deboli e debole con i forti”. Per la Cisl è passata la linea morbida, ovvero il fatto che il numero di licenze e le tariffe non saranno decise dall’Autorità dei trasporti ma resteranno nelle competenze degli enti locali.

Ed anche le associazioni dei consumatori aderenti a Casper (Comitato contro le speculazioni e per il risparmio che riunisce Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) hanno protestato con fermezza contro l’emendamento. “Si tratta dell’ennesima sconfitta per il Governo Monti, nuovamente battuto dalla lobby dei tassisti”, hanno denunciato le quattro associazioni. “Una liberalizzazione dei taxi come quella che si starebbe profilando, con una Autorità dei trasporti di fatto inutile e che non può decidere un bel nulla- hanno aggiunto quelli del Casper – e il potere di stabilire licenze e tariffe in capo ai sindaci, di fatto annulla qualsiasi beneficio in favore degli utenti. In sostanza con questo emendamento, non ci sarà alcun cambiamento rispetto alla situazione attuale: le licenze non aumenteranno, le tariffe continueranno ad essere le più alte del mondo, e lo strapotere della lobby dei tassisti resterà, a tutto danno dei consumatori fruitori del servizio”.

Soddisfatto, invece, si è definito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “E’ un importante riconoscimento – ha dichiarato – dell’autonomia e delle prerogative degli enti locali. E’ un bene mantenere ai Comuni la competenza sul numero delle licenze taxi e la facoltà di incrementarle se necessario. I taxi sono un trasporto pubblico locale non di linea che non può non essere regolato dai Comuni”.

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