Dopo due anni di tira e molla, si è svolta la prima prova indetta dalla Giunta capitolina per assegnare 1995 posti. Gli iscritti sono oltre 300 mila e le selezioni si protrarranno per mesi. Ma al Palalottomatica si sono presentati in 80 su 700. E scoppia la polemica sullo spreco di denaro
Tutti pazzi per il posto fisso? A guardare ieri il Palalottomatica di Roma, quasi deserto, si direbbe di no. La grande struttura – capienza circa 20 mila posti – ospita dal 21 febbraio, le selezioni per il mega-concorso pubblico indetto dalla giunta capitolina. Una maratona di prove che si protrarranno fino al luglio 2012, per selezionare i futuri impiegati del Campidoglio. Premio in palio: un posto fisso in Comune, una garanzia a vita secondo molti partecipanti. Ventidue i profili professionali da selezionare e i relativi concorsi. Il Comune di Roma cerca ingegneri, geologi, funzionari amministrativi, vigili urbani, esperti in comunicazione e tante altre figure: 1995 posti in tutto e 300 mila iscritti alle prove. Un esercito, ma solo sulla carta.
Ieri era la giornata dei tecnici agroalimentari e degli esperti di gestione delle entrate. Alle otto erano attesi i primi candidati per tre posti in palio. Verso ora di pranzo i laureati in Economia, con sette contratti a tempo indeterminato da assegnare. Nella mattina ci si aspettavano 246 persone, ma ne sono arrivate a mala pena 56. Ancora più desolante la prova degli economisti. Su 400 iscritti si sono presentati soltanto 30 candidati. Invece di un mini-esercito di 700 persone, si contavano al massimo un’ottantina di partecipanti. Alla fine, ad animare il piazzale dello Sport antistante lo stadio erano più che altro i giornalisti. Un flop inaspettato, tanto da mettere in discussione le celebri affermazioni dei tecnici di Palazzo Chigi, convinti che i giovani italiani siano tutti “mammoni” e pigri con in testa soltanto una cosa: il contratto a tempo indeterminato.
In realtà questa “diserzione” di massa ha diverse giustificazioni, più che motivate. In primis una macchina organizzativa farraginosa. Infatti il “concorsone romano” è stato bandito due anni fa, nell’aprile 2010. “Molti si saranno scoraggiati sia per il numero dei posti, sia per gli iscritti. Altri non ci speravano più o si sono dimenticati, capirai dopo due anni”, afferma Cinzia, 37 anni, laureata in Scienze e tecniche agroalimentari e dipendente di un’azienda privata, con contratto a tempo indeterminato. “Le date degli esami sono uscite 20 giorni fa, forse non tutti hanno saputo dell’inizio del concorso. Inoltre spero che tanti abbiano trovato lavoro nel frattempo”, aggiunge Simona, una trentenne laureata in economia, con un contratto precario.
Dall’immagine di oasi nel deserto, un miraggio in un’Italia morsa dalla crisi e dalla precarietà, il concorsone ha assunto un aspetto più sbiadito, almeno per adesso. Al posto di un grande evento, annunciato con tanto di fanfare dal Comune di Roma, è sembrato di assistere a una piccola sagra paesana. Eppure il Comune ha investito parecchio in questa “sagra”: 2 milioni di euro per pagare la Praxi, l’azienda vincitrice dell’appalto per la gestione dei 22 concorsi e delle procedure di selezione. Inoltre c’è da considerare anche il costo dei futuri stipendi che spazieranno dai 1500 ai 1800 euro base. Facendo un rapido conto, moltiplicando per 1995 impiegati, si arriva ad un totale di 3,5 milioni di euro circa. “Ci saranno più partecipanti alle prossime prove”, dice convinta Carmen, trentenne napoletana con diversi concorsi alle spalle ” per quei concorsi che prevedono più posti in palio, previsti da aprile in poi”.
Avrà avuto un peso sulla scarsa partecipazione anche il ricorso al Tar presentato contro il Comune di Roma dalla Selexi, un’azienda che ha partecipato alla gara d’appalto per la gestione dei concorsi. Secondo l’amministratore delegato di Selexi, Davide Tommassiello, l’impresa che alla fine ha vinto l’appalto, la Praxi, e che adesso gestisce le prove al Palalottomatica, “non avrebbe – secondo Tommassiello – tutti i requisiti richiesti dal bando”.
Il Consiglio di Stato ha accettato il ricorso, e ora la palla ripassa al Tar. Il rischio è che le prove possano essere invalidate, se il Tribunale amministrativo dovesse ragione alla Selexi. Ma l’assessore capitolino alle Risorse umane, Enrico Cavallari, è tranquillo: “Non esiste questo rischio e il Tar lo ha assicurato. Inoltre Selexi mette in discussione l’assegnazione dei concorsi con preselezione, non coinvolgendo per nulla le prove che sono previste in febbraio. Questo concorso, ribadisco, è soltanto una grande occasione per tutti, perché offre – conclude – numerosi posti ad altissima specializzazione, appetibili e ben retribuiti. Per questo ha attirato un gran numero di concorrenti”.