Il collegio dei tecnici incaricato dalla società Autostrade di valutare i rischi degli smottamenti avrebbe omesso il particolare nel verbale in mano ora al prefetto di Bologna che dichiara: "Ho già chiesto nuovi accertamenti"
Il professore avrebbe omesso di dire, in una riunione del 26 gennaio il cui verbale è poi finito nelle mani del prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, che uno dei circa 20 inclinometri piazzati nel paesino a rischio frana si era “interrotto”. Un segno inequivocabile che la frana in quel punto è fortemente in movimento. “Questo non è un dettaglio e, dato che è sul verbale del collegio dei tecnici che il prefetto ha deciso che ‘non esista pericolo immediato per la popolazione’ nella riunione del 2 febbraio, ci domandiamo come abbia potuto prendere una decisione corretta” scrive in una nota il consigliere del Movimento 5 stelle.
Intanto il prefetto, intervistato da ilfattoquotidiano.it fa sapere di avere già mandato una richiesta di chiarimenti al Collegio dei tecnici che lui stesso aveva contribuito a creare dopo le proteste dei cittadini di Ripoli Santa Maria Maddalena, sull’appennino, interessati dalla frana. “Appena ricevuta notizia riguardo a una carta che non corrisponderebbe al vero ho chiesto un accertamento. Non solo – spiega Angelo Tranfaglia – una volta verificate e riesaminate le conclusioni di quella riunione del 26 gennaio, ho chiesto agli esperti che alla luce di questo fatto mi spieghino due cose. La prima è se cambiano le valutazioni sul rischio per la pubblica e privata incolumità, la seconda sulla compatibilità tra monitoraggio e proseguimento degli scavi. Sono sicuro avrò risposta a breve”.
Quelle riportate da Defranceschi sono rilevazioni degli ultimi mesi (dai primi di novembre a gennaio) finora mai divulgate, di quattro inclinometri: il 13, il 16 (posti a monte della galleria Val di Sambro) e il 14 e il 15 (posti a valle). Nel documento che riguarda l’inclinometro 13, piazzato a poca distanza dalla chiesetta di Ripoli, anch’essa danneggiata dagli scavi, si legge una nota in neretto: “Il 04 gennaio 2012 il passaggio della sonda oltre la profondità di circa 68 m è risultato molto difficoltoso. L’11 gennaio 2012 la tubazione è risultata interrotta a circa 68 m”.
Un inclinometro è uno strumento che misura i movimenti franosi. Una volta praticato un foro in terra profondo anche cento metri (112 metri in questo caso) viene inserito un tubo, in lega d’alluminio o plastica. In questo tubo viene inserita periodicamente una sonda per misurare anche i minimi spostamenti del terreno secondo la pressione subita dal tubo stesso. È proprio in una di queste misurazioni, l’11 gennaio che la sonda si è bloccata a meta strada, 68 metri. E se la sonda si interrompe il segnale è chiaro. Il tubo non ha retto i forti spostamenti e si è rotto.
“Il professore, a libro paga di Autostrade, ha dichiarato durante la riunione del 26 gennaio che ‘gli inclinometri 13 e 16, a monte della Galleria, sono sostanzialmente fermi’. È una bugia”, sostiene Defranceschi. In effetti lo strumento 13 si era spezzato due settimane prima, difficile da parte di Desideri, non averlo saputo, visto che il documento è della Spea, società diretta emanazione di Autostrade.
Intanto, proprio sul fronte del lavoro della magistratura che ha aperto un’inchiesta, si sta svolgendo uno dei sopralluoghi dei periti della procura di Bologna nel paesino di Ripoli. La frazione nel comune di San Benedetto Val di Sambro è alle prese con i movimenti franosi riattivati dagli scavi, con gli sgomberi e le visite quotidiane dei tecnici dentro le abitazioni.
I lavori nell’imbocco sud, quello più importante per i destini dei ripolesi, vanno avanti. Si parla, secondo quanto riportato dai documenti dell’Osservatorio ambientale, di pochi metri alla settimana. Secondo l’ultimo aggiornamento fatto il 20 febbraio, la canna nord del tunnel sarebbe arrivata proprio all’altezza dell’inclinometro 13, quello rotto il 20 gennaio, dunque all’altezza della chiesetta. Un po’ più indietro invece la canna sud.
Insomma, si va avanti, lo ha detto anche recentemente il prefetto dopo aver visto un documento che ora, si scopre, avrebbe omesso di informarlo in maniera completa. Poco importa se ormai è evidente e ufficiale – lo scrive anche il professor Desideri – che “al fermarsi del cantiere corrisponde una tendenza a rallentare anche del corpo della frana”. Lo stesso prefetto, alla nostra domanda se sia opportuno che una parte in causa sia inserita nel collegio risponde: “Per aumentare la terzietà di questo collegio ho chiesto fossero coinvolti i tecnici dei vigili del fuoco e il provveditorato alle opere pubbliche. Non tutti possono essere esterni – spiega Tranfaglia – perché se no non si potrebbero neppure dove si va a mettere mani”.
Il professor Franco Braga, uno dei membri del collegio dei tecnici nominati dalla prefettura (ma anche consulente di parte di Autostrade e da novembre sottosegretario alle politiche agricole, indicato per quella carica dall’ex ministro, Altero Matteoli), ha ipotizzato che “i prossimi 25-30 metri di scavo siano quelli nel quale ci si potrà aspettare le maggiori velocità di incremento degli spostamenti prodotti dalla frana”. Viste queste parole di Braga, scritte circa 20 giorni fa, a occhio e croce, i lavori starebbero passando la fase più delicata. Tuttavia in molti dubitano che passata questa si starà tranquilli, e soprattutto che il paese ferito di Ripoli, imbragato e puntellato, abbia un futuro.
Intanto è arrivata anche la replica di Autostrade: “La situazione dei lavori di scavo della Galleria Val di Sambro è tenuta costantemente sotto controllo grazie ad un sistema di monitoraggio verificato e testato da un collegio di tecnici costituito da professionisti indipendenti di indiscusso valore professionale che si riunisce regolarmente. I movimenti che si sono verificati, peraltro estremamente lenti e limitati, si fermano con il completamento delle attività di scavo e rivestimento della galleria”.
“Questo è il motivo per il quale non sussistono pericoli per le persone. Tenuto conto della ridondanza della strumentazione di monitoraggio istallata, la presenza di alcuni strumenti andati fuori uso non è pertanto in alcun modo indicativo dell’aggravarsi della situazione, né tanto meno di un imminente pericolo. La Società Autostrade ribadisce la sua massima attenzione alla sicurezza della collettività in relazione alla realizzazione di opere di elevato interesse nazionale”.