Iraq ancora nel caos. Ventidue attentati, oltre 60 morti e diverse centinaia di feriti. E’ questo il risultato di una raffica di attacchi, di matrice qaedista, che hanno colpito 19 aree di sette province del Paese, tra le quali anche quella della capitale Baghdad. Secondo i dati comunicati dal ministro dell’Interno almeno 18 persone sono morte nell’esplosione di due autobomba a Karrada, quartiere a maggioranza sciita di Baghdad. Sempre nella Capitale, uomini armati hanno ucciso a colpi di arma da fuoco sei persone a un posto di blocco del quartiere Sarafiya. Sono finiti nel mirino degli attentatori anche checkpoint dell’esercito e della polizia nelle province di Salaheddin, Kirkuk, Diyala, Anbar, Ninive e Babilonia. Il governo ha elevato al massimo i livelli di sicurezza, mentre in zone come Salaheddin e Baghdad è stato imposto il coprifuoco.

Secondo un comunicato del ministero degli Interni iracheno, dietro gli attacchi ci sarebbe la mano di al-Qaeda: “I terroristi stanno cercando di inviare ai propri sostenitori il messaggio che sono ancora presenti in Iraq e capaci di colpire la Capitale, le città e le regioni grandi e piccole”. “L’obiettivo – continua il dispaccio – è scatenare tensioni settarie e politiche nel Paese, minando l’economia nazionale”. Per il presidente del parlamento Osama al-Najifi, invece, dietro agli attentatici sarebbero non meglio precisate “potenze straniere”, che mirerebbero a far saltare il vertice della Lega Araba del 29 marzo.

La raffica di attentati di oggi è solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza che il Paese conosce da un anno a questa parte e che si sono intensificati dopo il ritiro delle truppe statunitensi alla fine del 2011. Una scia di sangue che riaccende l’allarme sulle faide settarie che hanno contraddistinto le dinamiche interne all’Iraq subito dopo la caduta di Saddam Hussein. Non è un caso se, come riferiscono i media locali, gran parte degli obiettivi colpiti oggi siano sciiti o curdi. Le tensioni hanno raggiunto il culmine a fine gennaio, quando sotto la spinta del governo guidato dal sunnita Nuri al-Maliki, la magistratura di Baghdad ha emesso un mandato d’arresto nei confronti del vice presidente Tariq al-Hashimi, di credo sciita, che nel frattempo era fuggito nella regione autonoma del Kurdistan.

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