Il cappotto usato dal premier e dall'attore al Festival di Sanremo, è considerato "borghese" ma in realtà ha origini modeste. Prodotto con la lana grezza delle pecore dei pastori altoatesini, è diventato simbolo di nobiltà quando nel 1882 fu indossato da Francesco Giuseppe d'Austria
Se il picco di ascolti a Sanremo è stato raggiunto grazie alle “performance” di Adriano Celentano, anche Rocco Papaleo ha fatto il suo, apparendo sul palco in loden blu, con tanto di valigetta, ricordando l’abbigliamento di Mario Monti, che del famoso cappotto ha fatto un segno distintivo. Quasi a simboleggiare l’avvento di una nuova austerità in questo momento di crisi, il premier, fin dal primo giorno del suo mandato, non ha mai abbandonato questo capo borghese ma di orgini modeste, innalzandolo così a baluardo di una nuova stagione politica, in antitesi, se non altro, con le bandane, le vestaglie da camera in seta, le canottiere, i bermuda a cui il popolo italiano si era quasi abituato.
Già negli anni ’70 il loden, o meglio, il “cappotto in loden” (dal nome della lana di cui è fatto) assume una connotazione politica, perpetuata poi fino ai giorni nostri; viene prodotto a partire dal Medioevo da contadini e pastori tirolesi e altoatesini che filando la lana grezza delle loro pecore, ottengono un panno grigio antracite impermeabile, perché infeltrito grazie alla pressatura in acqua. Nel 1882, la fabbrica Möessmer, aggiungendo la lana merinos e ampliando la palette di colori al bianco, rosso e nero, confeziona una mantella per l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, consacrando il loden ad indumento base della caccia – per la quale si giunge alla colorazione verde bosco – nonché della classe nobiliare.
Con il passare degli anni e delle mode, il loden verde è rimasto una costante del guardaroba di intellettuali, professori universitari e radical chic di ogni sorta, come simbolo di sobrietà e professionalità. Tranne che per una breve parentesi nel jet-set di Saint Moritz grazie all’attore Helmut Berger, il cappotto torna a far scalpore nel mondo della moda più sperimentale. Durante l’ultima edizione di Pitti Immagine, Andrea Incontri, giovane e promettente stilista italiano, ha presentato una collezione interamente dedicata alla rivisitazione del loden in chiave moderna. Per questo, si è avvalso della collaborazione con il marchio Habsburg, che dagli anni ’90 ha lanciato sul mercato una moda ispirata alla corte asburgica. Questa tendenza di nuovo ha ben poco. E basta fare un giro per le Università di tutta Italia per vedere tonnellate di “piccoli” Monti.