Da clandestini a docenti universitari. Sono tunisini, ivoriani, somali e nigeriani. Per scappare dalla fame e dalla guerra hanno attraversato il Mediterraneo, rischiando la vita su carrette colme di donne e uomini fino all’inverosimile. Sono i profughi ospiti a Villa Aldini, al centro dell’Asp Poveri vergognosi e nella caserma dei Prati di Caprara, che domani per un giorno vestiranno i panni dei professori dell’Università di Bologna. Una lezione sui diritti umani, raccontati da chi li ha visti calpestare e violare, a volte a spese della propria famiglia e dei propri cari.
L’idea è nata da un gruppo di studentesse del corso di psicologia sociale dell’Alma mater, che grazie all’aiuto dell’associazione 3 Febbraio, sono riuscite a organizzare una lezione tutta dedicata alle storie dei migranti provenienti dal nord africa. I ragazzi della Facoltà di Scienze della Formazione avranno così la possibilità di conoscere le difficoltà e il dramma dei profughi libici direttamente da chi li ha vissuti sulla propria pelle, senza filtri mediatici o politici. I migranti, ragazzi con un’età compresa tra i 24 e i 30 anni, arrivati a Bologna la scorsa primavera dopo l’ondata di sbarchi, racconteranno il loro passato, il loro presente e soprattutto le loro ambizioni per il futuro.
Molti dei profughi accolti dalla Croce Rossa e dalla Caritas a Bologna infatti non vedono ancora un domani. Da otto mesi stanno aspettando il diritto d’asilo per motivi umanitari e ancora non sanno se potranno ricostruirsi una vita in Italia. L’associazione 3 febbraio ha fatto sapere di aver chiesto alla prefettura di accelerare i tempi. Ma il problema va oltre: spesso, nella valutazione della domanda per l’asilo, viene considerato il paese d’origine (per esempio il Togo o la Nigeria) dello straniero e non la terra da cui è fuggito. In questo caso una Libia martoriata dalla guerra, dove molti dei ragazzi avevano lavoro e famiglia. Per questo a livello nazionale il 60% delle richieste sono state respinte. E il timore dei migranti ospitati sotto le due torri è che le loro domani vadano ad aumentare questa percentuale.
Anche di questo si parlerà nella prima “lectio magistralis” dei profughi. L’appuntamento è per domani, giovedì 23 febbraio, alle 12, in via Zamboni (aula 32).
g.z.