Da mesi senza paga, gli operatori sociali di Scafati accusano: “Ci ha offerto di liquidare 50.000 euro di crediti e le retribuzioni arretrate con le nicchie cimiteriali”. Il sindaco Aliberti precisa e rettifica: “Ho spiegato che vendendo i loculi potevamo realizzare un po’ di liquidità. Avranno pensato che volessi cederli direttamente a loro”
Accade a Scafati, in provincia di Salerno, città al confine con Pompei e con l’hinterland napoletano. La storia è raccontata stamane dal quotidiano locale Metropolis. E prende spunto da un’ordinaria vicenda di crisi, una delle tante che attraversano il Paese. A Scafati l’amministrazione comunale è in difficoltà finanziarie, soffre una cronica carenza di liquidità di cassa. Insomma, i soldi non ci sono. Dunque: tagli ai ticket pasto dei dipendenti, stop alla liquidazione delle fatture dei fornitori, rubinetti chiusi anche per il pagamento di servizi essenziali. Come quelli prestati dagli operatori sociali scafatesi, che assistono circa 200 bambini a rischio. Un servizio pubblico insostituibile. Qualche giorno fa gli operatori sono andati a Palazzo Meyer per provare a riscuotere qualcosa. Aliberti – che a onor del vero non se la passa meglio, da un anno insieme ai suoi assessori non percepisce l’indennità di carica – li ha ricevuti e avrebbe cercato un accordo. Offrendo, riferiscono i creditori, di scalare la Tarsu non riscossa dal credito e proponendo di cedere loro qualche terreno comunale. Oppure qualche loculo cimiteriale. La risposta trasmessa a mezzo stampa è caustica: “Come si fa a chiedere un simile baratto? Cosa facciamo mangiare ai nostri figli? Le ossa dei morti scavati dal cimitero? Quando un’amministrazione pubblica arriva a dire una cosa del genere, vuol dire che abbiamo rasentato davvero il ridicolo. Accettiamo solo se diventa lui l’ospite della cappella gentilizia”.
In una nota il sindaco fornisce la sua versione dei fatti e smentisce gli operatori: “La delibera approvata in giunta ha proposto di verificare, prima di ogni pagamento l’esistenza di crediti vantati dall’ente nei confronti del fornitore e proporre allo stesso l’ipotesi di utilizzare l’importo dovuto dall’ente per pagare il tributo o, comunque, il debito a qualsiasi titolo dovuto dallo stesso”. Nella stessa delibera non si è mai fatto riferimento ai loculi o alle cappelle gentilizie citate in modo strumentale dalle operatrici sociali, né si ritiene veritiera la notizia che quest’ultime non ricevono gli stipendi da 9 mesi. In realtà, i pagamenti degli operatori del centro sociale di Mariconda e Santa Maria delle Grazie sono fermi al mese di settembre”. Che sono pur sempre quasi sei mesi. Sentito al telefono da ilfattoquotidiano.it, Aliberti precisa ulteriormente: “I fondi mancano anche perché gli altri comuni del piano di zona non hanno versato la loro quota, e perché non riusciamo a riscuotere due milioni di euro di evasione di tariffe e tributi, molto spesso proprio da parte di chi vanta qualche credito. Come è nata la presunta offerta dei loculi? Ho spiegato che cedendo le nicchie che stiamo realizzando, e presto sarà pronto il bando, avremmo realizzato un po’ di liquidità e avremmo potuto venire incontro alle loro richieste. Gli operatori sociali, sbagliando, avranno pensato che volessi cedere i loculi direttamente a loro…”.