“Nessun torbido mistero nell’assegnazione e nella fissazione del processo, per il reato di concorso in associazione mafiosa, al senatore Marcello Dell’Utri“. La presidenza della Cassazione, in una nota, ribadisce la “trasparenza e la correttezza delle procedure” fin qui seguite e bolla come “inaccettabile” l’insinuazione di “strani ritardi al Palazzaccio” che “dirottano il caso alla quinta sezione penale”. “Il procedimento Dell’Utri – dice la presidenza – è pervenuto in Cassazione il 24 febbraio 2011 ed è stato assegnato alla quinta sezione penale nel rispetto dei criteri tabellari, oggettivi e predeterminati sin dal 2010; tali criteri prevedevano la competenza della quinta sezione penale per tutti i procedimenti relativi a reati di criminalità organizzata pervenuti dal primo gennaio al 31 marzo del 2011”.
Per quanto riguarda Aldo Grassi, la Corte comunica che è stato assente nel primo quadrimestre 2011 “per gravi ragioni di salute”. “Il presidente Renato Calabrese – prosegue la nota – designato come reggente della sezione, si limitò a fissare i ricorsi urgenti sopravvenuti, sicché il processo Dell’Utri venne poi fissato dal titolare della sezione, rientrato in servizio nella seconda metà di aprile 2011. Detto processo, tenuto conto dei collegi predeterminati, dei ruoli di udienza disponibili e della complessità dei vari procedimenti, fu fissato per l’udienza del 9 marzo 2012, dinanzi ad un collegio presieduto dal presidente Calabrese, nel rispetto dei criteri predeterminati per l’assegnazione dei ricorsi. A seguito dell’anticipato collocamento a riposo del presidente Calabrese, avvenuto il 12 gennaio scorso – conclude la Cassazione – la presidenza del collegio del 9 marzo 2012 è stata assunta dal presidente titolare della sezione, Aldo Grassi“. Risulta, quindi, “evidente la trasparenza e la correttezza delle procedure di assegnazione e di fissazione del processo Dell’Utri”.