Il Cavaliere ribadisce che le accuse contro di lui non sono provate e che l'avvocato inglese "ha radicalmente escluso di aver mai ricevuto somme di denaro da chicchessia". De Pasquale risponde alla difesa respingendo l'accusa di errori procedurali. Domani arringa difensiva, camera di consiglio e probabile sentenza
Processo che, secondo l’ex presidente del Consiglio, si sarebbe già dovuto concludere nel 2008: “Già tre anni fa – ha spiegato – il processo sarebbe caduto in prescrizione, se nel febbraio 2008 la Procura di Milano non si fosse inventata la stupefacente tesi che il reato di presunta corruzione non si perfeziona nel momento in cui il corrotto riceve i soldi dal corruttore, ma nel momento in cui comincia a spenderli! Cioè due anni dopo, proprio in tempo per far scattare in avanti i termini della prescrizione”.
Intanto, il pm Fabio De Pasquale ha depositato stamattina una memoria ai giudici per respingere le osservazioni della difesa di Berlusconi, la quale sostiene che l’inglese, quando fu sentito in due vecchi processi all’ex premier, doveva essere sentito come indagato di reato connesso con la presenza di un legale. All’epoca, scrive il pm, non si poteva avere “indicazione della sussistenza di fatti” a carico di Mills, basati su “documenti bancari acquisiti più di tre anni dopo”. Mills venne indagato nel “luglio 2002” e non poteva essere sentito come indagato nei procedimenti in cui avrebbe dichiarato il falso (tangenti Gdf e All Iberian) perché corrotto da Silvio Berlusconi. Se fosse stato sentito da indagato e non da teste, non gli si sarebbe potuta addebitare la falsa testimonianza. Mills fu iscritto nel registro degli indagati l’8 luglio 2002, mentre i processi ‘incriminati’ si sono svolti nel 1997-1998. “All’epoca in cui Mills veniva sentito come testimone – scrive De Pasquale – non si aveva, né si poteva sapere, alcuna indicazione della sussistenza di fatti la cui iniziale fonte di conoscenza è rappresentata da documenti bancari acquisiti più di tre anni dopo l’ultima delle audizioni (avvenuta il 12 maggio 1998)”. “Solo molti anni dopo i fatti – aggiunge il pm – si è scoperto che a partire da una certa data (1995), Mills a più riprese aveva occultato documenti che riguardavano il gruppo Fininvest“.
Nella sua nota, Berlusconi dà una sua versione dei fatti su cui l’accusa, che ha chiesto 5 anni di condanna, sostiene che lui abbia versato 600 mila dollari a Mills come “regalo per le sue dichiarazioni reticenti nei processi ‘All Iberian’ e ‘tangenti alla gdf'”: “Le mie società né tanto meno io avevamo ragioni per fare quel versamento a Mills che proprio con le sue dichiarazioni era stato il principale responsabile di due sentenze di condanna. Davvero una totale assurdità. E, naturalmente, di un tale importante versamento avrebbe dovuto trovarsi una prova che, naturalmente, non essendoci stato, non si è trovata. Nel 2006 promossi addirittura una conferenza stampa a Palazzo Chigi perché i miei avvocati erano riusciti a reperire la documentazione che provava in modo indiscutibile il passaggio dei seicentomila dollari dall’armatore a Mills. Sono stati ricostruiti tutti i movimenti contabili dei conti correnti di Mills e del suo cliente documentando ‘per tabulas’ provenienza e destinazione del denaro”. Domani, con inizio alle 9.30, comincerà l’udienza finale con la conclusione delle arringhe della difesa di Berlusconi.