Un gruppo di criminali finanziari ha dichiarato guerra al mondo!
Naomi Klein, nel suo ultimo libro, Shock economy, ha raccolto più di 500 pagine di storie e dati che dimostrano magistralmente un’idea che si sta sempre più diffondendo. Innanzi tutto dimostra che da 30 anni la lobby degli speculatori guadagna sui crolli e i disastri. Che si tratti di guerra, terrorismo, tsunami, terremoti, non importa. Questa gentaglia vede nei tracolli una poderosa occasione per arricchirsi. E le molte citazioni che Klein ci fornisce dimostrano che gli speculatori dichiarano apertamente questa strategia.
Un modus operandi che ha avuto il suo banco di prova vincente in Sud America a partire dal colpo di Stato in Cile, sponsorizzato da un gruppo di economisti Usa, capitanati da Milton Friedman. Questi economisti-Dracula teorizzavano proprio lo sfruttamento di shock militari o naturali, per sovvertire le regole del gioco.
Ugualmente l’invasione dell’Iraq, giustificata dalla bufala delle armi di distruzione di massa, ha permesso di depredare miliardi di dollari in barili di petrolio, distruggere le potenzialità economiche del più colto e avanzato tra i paesi arabi, speculare sulla ricostruzione e i costi della guerra. Una colossale rapina che è stata possibile solo grazie allo shock bellico.
Lo tsunami nell’Oceano Indiano fu l’occasione per sgombrare le spiagge da centinaia di stupidi villaggi di pescatori e insediarvi grandiosi centri vacanze. E quando il tornado Katrina distrusse New Orleans si approfittò per demolire i quartieri poveri e rimpiazzarli con quartieri di lusso. E già che c’erano privatizzarono quasi completamente il sistema scolastico, cosa che sarebbe stata impossibile fare in un momento normale… E che invece andò liscia mentre la popolazione era sfollata nei campi raccolta e scioccata dal disastro.
Esiste un capitalismo speculativo e spietato che approfitta dei disastri e quando i disastri non ci sono li costruisce apposta.
Ma particolarmente interessante è la fine del libro. Klein, dopo aver descritto la natura perversa del male della nostra epoca passa in rassegna tutti i casi nei quali questa strategia è stata sconfitta. E possiamo qui osservare una realtà stupefacente: l’unico sistema vincente è quello dell’azione diretta.
Gli unici pescatori che dopo lo tsunami non vengono sloggiati dalle coste sono quelli che si organizzano e cominciano subito a ricostruire le loro case. E lo stesso accade a New Orleans. E si salva la gente che reagisce ai crolli economici dando vita a un mercato parallelo basato sul baratto e la cooperazione (vedi crisi argentina).
Quella che ci racconta Klein è un’idea che stenta a essere compresa in Italia: non sono le battaglie elettorali né le campagne di opinione o di protesta che producono risultati positivi per la vita quotidiana delle persone, ma solo la capacità della gente di organizzarsi e creare quel che le serve.
La sinistra italiana è in questo momento in stato di shock tanto quanto gli sfollati di New Orleans. I partiti sono terrorizzati dal fatto che i debiti pubblici che essi hanno accumulato in anni di ruberie, rischiano di far saltare gli Stati. Ma questo rischio, reale, viene amplificato ad arte grazie a un terrorismo mediatico assillante. E i partiti della sinistra non trovano di meglio da fare che essere tappetini per gli scarponi chiodati della demolizione dello stato sociale. Non riescono neppure a pretendere che prima di tagliare i servizi si decapiti la corruzione, l’inefficienza, lo spreco e le follie burocratiche. E’ lo stato di shock che teorizzava Friedman e che Klein descrive molto bene.
E devo dire che sono molto contento che una persona così autorevole come Naomi Klein cerchi di dimostrare che l’unica via che può portare miglioramenti sia l’affermarsi di un radicalismo del fare e l’aumento della capacità dei lavoratori di passare dalla rivendicazione all’autocostruzione e all’autogestione. Di fronte al crollo del sistema attuale e del paradigma dello shock speculativo, Klein vede come unica via di uscita l’iniziativa dal basso. Un movimento di artigiani che prendono quel che è rotto, lo aggiustano, lo migliorano, lo rendono più equo, sviluppano reti sociali e culturali, senso di appartenenza a una comunità e così facendo aumentano la loro capacità di resistere ai tentativi di sopraffazione.
Su questo argomento: “Equipariamo la speculazione all’omicidio”
“A Pd, Idv, Sel: potreste fare qualche cosa?”
Ecco chi salva l’Italia