Il consigliere del Pdl è uscito oggi dal carcere di San Vittore poiché "sono cadute le esigenze cautelari". E' accusato di corruzione. Scarcerati anche l’imprenditore Pierluca Locatelli e l'ex funzionario dell’Arpa Giuseppe Rotondaro, i due avrebbero girato una tangente da 100mila euro al deputato regionale
L’ex vicepresidente della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, dopo tre mesi oggi è stato scarcerato. Il consigliere Pdl è uscito oggi nel primo pomeriggio dal carcere milanese di San Vittore dopo 86 giorni di galera. La decisione è stata del gip di Milano, Elisabetta Mejer, dopo il parere favorevole del pm milanesi Paolo Filippini e Alfredo Probledo. Il politico lombardo era stato arrestato perché accusato di corruzione, secondo gli inquirenti avrebbe intascato una tangente da 100mila euro dalle mani del funzionario Arpa Giuseppe Rotondaro, tramite dell’imprenditore Pier Luca Locatelli, tutto questo per accelerare l’iter di trasformazione di una discarica nel cremonese e precisamente nella zona di Cappella Cantone. Oltre a Nicoli Cristiani, sono stati scarcerati anche gli stessi Locatelli e Rotondaro. Per loro, infatti, il gip Meyer ha revocato l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari.
Da quanto si è saputo dal legale del consigliere, PierGiorgio Vittorini, il gip ha motivato la scarcerazione di Nicoli Cristiani spiegando che “ha già trascorso quasi tre mesi in carcere, si è dimesso dalle cariche politiche e ha delineato una ricostruzione dei fatti nel corso dell’interrogatorio davanti al pm”.
Nelle scorse settimane, i pm milanesi, avevano accertato che i 100 mila euro trovati in casa del politico non sarebbero gli stessi che gli avrebbe versato l’imprenditore Locatelli. Da qui l’ipotesi degli inquirenti di una seconda tangente, sulla quale sono in corso accertamenti. Il deputato regionale si è sempre difeso sostenendo che quelli erano soldi suoi e non frutto di tangenti.