Altri cinque morti nel quinto giorno di proteste in Afghanistan a seguito del rogo di alcune copie del Corano avvenuto nella base Usa di Bagram. Questa mattina al ministero dell’Interno di Kabul sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco due americani, entrambi consiglieri militari. L’episodio è avvenuto nel centro di comando e controllo del ministero. Secondo alcune fonti, gli spari sarebbero stati preceduti da “uno scontro verbale”. La Nato, ha affermato il portavoce di Isaf Brian Badura, “è a conoscenza dell’incidente avvenuto oggi a Kabul” e sta raccogliendo informazioni.
Il numero delle vittime sale così a 31, mentre i feriti sarebbero almeno 200 in tutto il paese. Questa mattina a Kunduz City, nel nord del paese, circa mille manifestanti hanno prima sfilato in modo pacifico, poi hanno alzato i toni della protesta, con nutriti lanci di pietre e con l’assalto alla locale sede dell’Onu. Tre poliziotti sono rimasti feriti durante gli scontri con la folla.
Oggi a Kabul centinaia di persone hanno marciato verso il palazzo presidenziale di Hamid Karzai, scandendo slogan contro il governo e contro gli Stati Uniti. La situazione più grave si è registrata a Kunduz, nel nord, dove due manifestanti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza mentre davano fuoco a negozi e a edifici. Un altro manifestante è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti nella provincia di Logar, a sud di Kabul, dopo che centinaia di persone hanno attaccato la polizia al grido di “Morte all’America!”. Proteste si sono svolte anche nella provincia orientale di Nangarhar, in quella centrale di Sari Pul e in quella nord-orientale di Laghman, dove ci sono stati 20 feriti in seguito a una sassaiola dei manifestanti. Situazione più calma a Kabul, dove la polizia e le forze di sicurezza hanno presidiato tutte le arterie principali.
Sull’assalto alla base di Kunduz, il portavoce del governo provinciale, Sarwer Hussaini, ha indicato che la polizia, che aveva costituito una cintura di sicurezza, ha respinto i manifestanti sparando in aria, con un bilancio provvisorio di almeno cinque feriti. Nella giornata di ieri sono morte dodici persone, sette delle quali proprio a Herat, dove una folla ha cercato di assaltare il consolato statunitense.