Niente mozione antimafia alla Provincia di Verona: semplicemente “non serve”. La Lega Nord e il Popolo della Libertà hanno infatti bocciato martedì scorso il documento “anti-infiltrazioni” presentato da Diego Zardini, capogruppo del Partito democratico in Consiglio provinciale. La mozione, votata in modo compatto da Italia dei Valori, Udc e Sel-Fds, chiedeva di inserire alcune grosse opere pubbliche in cantiere tra quelle regolate dalla legge Obiettivo e quindi renderle soggette ai rigorosi controlli antimafia. Una richiesta quasi “scontata” se si pensa che nei prossimi anni verranno realizzati in provincia di Verona opere imponenti come il gigantesco Motor City, tra Trevenzuolo e Vigasio, centri commerciali (sempre a Vigasio), grossi impianti di logistica e agroalimentari, collegamenti stradali e autostradali e addirittura un ippodromo in zona Verona Sud; tutti lavori che, inevitabilmente, attireranno gli appetiti delle mafie, anche in virtù dei blandi controlli previsti per questo genere di lavori.

Bisogna ricordare che solo nel 2009 l’ecocentro di Garda fu realizzato dal Consorzio Primavera, gruppo di aziende emiliane gestite da calabresi con problemi giudiziari e parentele ingombranti, che l’anno dopo fu escluso dagli appalti pubblici per infiltrazioni mafiose e perse la certificazione antimafia: il clan in questione era il Grande Aracri di Cutro. La mozione di Zardini, inoltre, era tutt’altro che allarmista o polemica: “Attesa la delicatezza del fenomeno, proponiamo al prefetto di Verona di costituire un tavolo di valutazione anche per le grandi opere a carattere locale che non rientrano nella legge Obiettivo, ma che sono ugualmente “pericolose” per gli importi che necessitano, in modo da seguire tutte le procedure previste e attuare stringenti forme di controllo attraverso le forze di polizia e/o altri enti ispettivi. Nei prossimi anni – si legge ancora nella mozione – saranno investiti miliardi di euro in tante opere faraoniche, alcune delle quali assolutamente inutili e dannose per il nostro territorio. Questo enorme volume di denaro potrebbe attirare l’interesse della criminalità organizzata che ha necessità di riciclare i capitali illeciti e potrebbe inquinare l’economia legale”. Ma tutta questa attenzione, per la Lega Nord in particolare, è eccessiva, tanto che, prima del voto, l’assessore provinciale alla Sicurezza, Giovanni Codognola, leghista doc, si è espresso per l’inutilità della mozione, sostenendo che i controlli esistenti sono già più che sufficienti e che, addirittura, la richiesta di farne degli altri potrebbe apparire come un gesto di sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine. Interpretazione quantomeno “singolare”.

Dunque, alla conta dei voti, la mozione è stata affossata. Il che potrebbe suonare come un invito a chi ha intenzione di riciclare i propri soldi sporchi. Zardini, raggiunto a telefono, non nascone la delusione e lo sconcerto per la votazione: “Che dire, come Pd siamo molto scandalizzati dalla decisione della maggioranza di non appoggiare una proposta di semplice buon senso. Volevamo dare maggiori strumenti alle forze dell’ordine per difendere la nostra imprenditoria, il nostro sistema economico e ci hanno risposto che la mozione è indice di scarsa fiducia nelle forze dell’ordine”. Zardini poi teme per il messaggio lanciato dalla Provincia: “Lo riteniamo un pessimo messaggio per le mafie. C’è stata scarsa sensibilità e arroganza da parte di Lega e Pdl, che continuano a ritenere Verona e provincia immuni dalle infiltrazioni come se avessero un dna diverso dal resto d’Italia. Questo, purtroppo, è falso”.

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