Ci sono un italiano, una rumena e un marocchino. Il primo ha una Maserati Grancabrio, lei una Porsche Cayenne, l’ultimo una Bmw. E tutti e tre sono sconosciuti al Fisco. Non è l’inizio di una barzelletta ma la fine di una ordinaria giornata di controlli della Guardia di Finanza. Dopo Cortina, Courmayer, Sanremo, Viareggio e Napoli, ieri è toccato prima al quartiere Trastevere di Roma e poi a Bergamo, la patria dei muratori. Che a quanto pare hanno gli stessi vizi dei vip: un negozio su due non fa gli scontrini, abbondano i nullatenenti che scendono da Suv e berline, medici e avvocati si fanno pagare ma preferiscono in nero.

Molti li hanno scovati su segnalazione dei cittadini. Pare che nelle ultime settimane le telefonate al 117 – il filo diretto con le Fiamme Gialle – siano cresciute parecchio, “sicuramente per la presenza visiva sul territorio”. Più divise vedi in giro, più ti vien voglia di denunciare, dicono. E così, spulciando i rapporti della Gdf, oltre ai grandi blitz che fanno notizia si scopre un universo di piccole grandi storie di lotta all’evasione. Quasi tutte dove la divisa non si vede.

La finta cieca e il passeggino. Per esempio, la signora Luisa (i nomi sono tutti di fantasia) non poteva immaginare che quel passeggino fermo sul marciapiede di una strada di Pinerolo era stato messo lì proprio da un finanziere in borghese. Che appena l’ha vista scansarlo “senza alcun indugio”, ha avuto la prova lampante: Luisa non è cieca come ha fatto credere all’Inps otto anni fa. L’avevano già vista attraversare la strada disinvolta, guardare le vetrine, lavare con foga il balcone di casa, ammirare il cantiere di una palazzina in costruzione. Sognava un altro appartamento, oltre ai sei che era già riuscita a comprarsi anche grazie ai 235 mila euro che ha intascato di pensione.

I referti e i medici pasticcioni. Per ogni finto invalido, c’è un medico che scrive un referto falso o una commissione che chiude un occhio. All’azienda sanitaria di Marsala li hanno fatti talmente alla carlona che li hanno beccati (quasi) subito: elettrocardiogrammi perfetti allegati a certificati che raccontano di infarti, ricette che prescrivono medicinali assolutamente controindicati per le patologie diagnosticate. Sono indagati in sei.

Il sottovuoto e il cash-dog. Lo hanno fermato in autostrada, appena passato il valico di Bizzarone, in provincia di Como. Luca, 40 anni, proveniva dalla Svizzera a bordo della sua Audi A 3. E nel cruscotto dell’auto aveva ricavato un doppiofondo, dove gli agenti hanno visto il colore giallo delle banconote da 200 euro. Talmente tante da fare un milione di euro. Le aveva messe sottovuoto per evitare il fiuto di Zeb, il cane che al posto della droga annusa se c’è in giro cartamoneta. Ma gli è andata male. Tutto sequestrato per “dichiarazione dei redditi infedele”.

La maga e i morti viventi. Anche Rita, cartomante di Capodrise, in provincia di Caserta, non dichiarava nessuno dei venti mila euro che chiedeva per ogni “rito esoterico”, come recitava il “Tariffario della Maga” affisso in casa. Il fisco non aveva sue notizie dal 2008, quando aveva chiuso la partita Iva. Eppure, non contenta delle magie con cui faceva sparire i soldi, ha voluto fare di più: tenere in vita, almeno per l’Inps, il suo ex marito, morto nel 1978, e il suo ex convivente, deceduto quattro anni fa. Per ritirare le pensioni dei suoi cari “l’astuta signora per non destare sospetti” sceglieva l’ufficio postale di un altro comune. I finanzieri l’hanno svegliata dall’incantesimo, lì, davanti allo sportello della Posta di Marcianise.

Le maschere e i buttafuori. La divisa c’era, ma i gestori di un locale di Avellino l’hanno scambiata per una maschera. Era martedì grasso, l’ultimo giorno di Carnevale. Così i buttafuori della discoteca hanno discusso per un quarto d’ora buono con quei due che insistevano a dire di essere della Finanza. Poi si sono arresi al tesserino. E a pagare pegno per i sette dipendenti trovati a lavorare in nero.

Il russo in fuga. Anche “Prinkus” a suo modo era una maschera: travestito da truffatore seriale. Su Facebook si vantava di ogni colpo messo a segno: si presentava negli alberghi delle città, diceva di essere un professionista con affari in Russia e di aver smarrito soldi e documenti in aeroporto. Così chiedeva ospitalità nell’attesa di ricevere il denaro da Mosca. Dopo un paio di giorni, ovviamente, spariva. La sua corsa si è fermata a Saronno, il 6 febbraio scorso.

Ultimo tango a Gorizia. La signora Maria invece ha lasciato giovanissima Gorizia per l’Argentina. Erano gli anni Cinquanta. Oggi ne ha 70 e per il comune friulano abita ancora lì. Ha lasciato in Italia una residenza fittizia, si dichiara nullatenente e da decenni riceve un assegno sociale. A ritirarlo vanno alcuni parenti muniti di delega. Poi “in occasione dei periodici viaggi in Sud America” provvedono a consegnare il malloppo.

La valigia a Malpensa. Il malloppo, invece, il signor Guido (svizzero ma domiciliato in Italia) se lo stava portando a San Paolo del Brasile. Quando i finanzieri hanno fermato per un controllo di routine quel pensionato in partenza da Malpensa, si sono subito insospettiti. Lui ha risposto “Nulla da dichiarare” ma “l’atteggiamento mantenuto durante ‘l’intervista ‘ del vacanziero” era troppo sfuggente. È bastato aprire il suo bagaglio a mano per trovare, nascosti in mezzo ai vestiti, centomila euro in contanti. I primi controlli non hanno evidenziato anomalie con il reddito, così a Guido è toccata “solo” la multa per aver omesso di dichiarare di avere con sé più di diecimila euro, come prevede la legge.

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