“Berlusconi rinunci alla prescrizione”. “Se fosse innocente, Berlusconi rinuncerebbe alla prescrizione”. La prima richiesta, più mite, arriva dall’ex segretario del Pd Walter Veltroni. La seconda, perentoria, dal leader Idv Antonio Di Pietro. Il giorno dopo la sentenza di proscioglimento, il processo Mills a carico dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi è “concluso” per la giustizia, ma non ancora per la politica. E così il Palazzo continua a discutere, dividendosi tra chi invita a girare pagina e a pensare ora a “una seria riforma della giustizia”, come Casini, e chi invece invita il Cavaliere a rinunciare alla prescrizione per provare la sua innocenza.

E’ appunto Walter Veltroni, ex leader del Pd, a lanciare il sasso nello stagno: “Se Berlusconi è convinto di non essere colpevole, allora rinunci alla prescrizione e dimostri di essere innocente. Questa è la sesta volta che c’è una prescrizione nei suoi confronti. Con la prescrizione – dice Veltroni – hanno perso tutti, ha perso il Paese”. Stesso concetto, dal leader Idv Antonio Di Pietro: “In tutti questi anni Berlusconi si è fatto una serie di leggi per non essere condannato. Ma quale innocente? E’ un colpevole impunito, perchè se fosse davvero innocente, rinuncerebbe alla prescrizione per farsi processare”.

Giuseppe Giulietti e Federico Orlando, portavoce e presidente di Articolo 21 lanciano una petizione per chiedere a Berlusconi di rinunciare alla prescrizione: ”’Mezza giustizia è fatta’ ha esclamato Berlusconi dopo la sentenza di Milano, siamo sicuri che per assicurarsi anche l’altra metà rinuncerà alla prescrizione e chiederà giustizia intera, dal momento che essendo già stato individuato il corrotto, resta sempre da individuare il corruttore. Per questa ragione da oggi il sito di Articolo 21 raccoglierà le firme proprio per chiedere a Berlusconi di rinunciare ad ogni scudo e di guidare lui medesimo la caccia ai colpevoli. Dalle autorità di garanzia e di governo ci attendiamo invece un deciso stop alla ennesima crociata in atto contro i giudici e il principio di legalità costituzionale”.

Di diverso avviso gli alleati del Cavaliere per i quali invece è “il momento di girare pagina”, con una riforma della giustizia. “Basta con le polemiche tra Guelfi e Ghibellini – esorta il leader Udc Pier Ferdinando Casini -. Il caso Mills è l’ultima pagina di una stagione irrimediabilmente finita. Ora guardiamo avanti e cerchiamo di costruire qualcosa di positivo facendo finalmente la riforma della giustizia. Si rassegnino tutti, anche i vedovi di Berlusconi che stanno a destra ma in molti anche a sinistra”. La pensa allo stesso modo il sindaco di Firenze Matteo Renzi, favorevole ad una riforma del sistema giudiziario: “Silvio Berlusconi è stato prosciolto e io spero che questo ponga fine alla lunga era delle curve e degli ultrà”.

Non stanno solo nella file del Pdl, perciò, i sostenitori della tregua sulla giustizia. Logico però che siano soprattutto nel partito di Berlusconi coloro che si rallegrano. Anche se, come dice il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri “sarebbe stato preferibile un giudizio assolutorio nel merito”. “A coloro i quali si sperticano in attacchi sulle cosiddette leggi ad personam – afferma il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, ricordiamo che tutta la vicenda ha origine a partire da un famoso avviso di garanzia arrivato a Silvio Berlusconi mentre era Napoli per partecipare ad un convegno sulla corruzione. Da quel momento in poi c’è stato un bombardamento giudiziario ad personam”. “I commenti e le reazioni dei principiali esponenti della sinistra alla sentenza di Milano – dice anche Sandro Bondi, coordinatore del Pdl – sono davvero sconfortanti. Si ha l’impressione che la sinistra sia inchiodata al passato, incapace di esprimere un giudizio politico nuovo che aiuti l’Italia a uscire per sempre dalle contrapposizioni del passato”.

Un giudizio significativo, sebbene non legato alla specifica sentenza Mills, lo esprime Corrado Passera, ministro dello Sviluppo del governo Monti: “Quando in generale si arriva ad una prescrizione è un fallimento, una delusione sia per il sistema di giustizia che per l’imputato. E’ una chiusura senza risultato”.

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