Giustizia e fatta! I tre operai di Melfi sono stati reintegrati al lavoro con sentenza della corte di appello di Potenza. Non c’è stato sabotaggio come sosteneva la Fiat, quindi la fabbrica non era ingovernabile come voleva Fiat per giustificare le procedure e le sanzioni sulla esigibilità degli accordi che con il contratto specifico di lavoro ha esteso a tutti i suoi 86200 addetti in Italia, portandoli fuori dal contratto nazionale dei metalmeccanici.
C’è solo l’antisindacalità del comportamento di Fiat che ha costruito su questi lavoratori un teorema e una sceneggiatura dal Luglio 2010 a oggi. Fa piacere innanzitutto per Giovanni, Marco e Antonio, che hanno dovuto sopportare personalmente e materialmente la fatica e il peso del licenziamento, delle insinuazioni e dei sospetti e tutto ciò per aver difeso e rappresentato i loro compagni e le loro compagne di lavoro. Simboli loro malgrado di un tentativo ancora in corso di mutare i rapporti sociali e la natura della rappresentanza sindacale dentro la crisi, nella più grande azienda manifatturiera italiana.
Ma poi c’è il modo “prima di cristo” con cui Fiat applica l’ordine di reintegro, “vi pago lo stipendio ma non venite a lavorare non mi servite“; una umiliazione “giustificata” secondo i legali della Fiat con l’attesa della Cassazione, ma in verità un vecchio comportamento, un riflesso “vendicativo”, che Fiat fin dai primi anni 70 applica con quasi tutti coloro che ottengono il reintegro.
Se proprio si vuole fare “solo” la manutenzione dell’art. 18, si rendano più brevi i tempi di giudizio e si rendano effettivi i rientri al lavoro, contrastando la precarietà con il lavoro a tempo indeterminato.
E infine se per un confronto tra prodotti – 3 automobili con le loro prestazioni su pista – la trasmissione Annozero e il giornalista Corrado Formigli vengono condannati ad un danno morale di oltre 3,5 milioni di euro verso la casa automobilistica Fiat che si sente danneggiata, cosa sarà il danno morale di tre esseri umani, lavoratori, che dal luglio 2010 sono accusati di aver sabotato il processo produttivo della loro azienda? Possibile che le merci sopravanzino gli uomini anche nei danni morali?