Nel 1988 era stato descritto come “una delle più discusse personalità della vita politica italiana”. Governatore della regione Lombardia da quasi vent’anni, Roberto Formigoni nel 2010 è stato rieletto per la quarta volta al Pirellone, nonostante l’esposto dei radicali guidati da Marco Cappato avesse tentato di fermare la sua corsa. Infatti, circa 400 delle 3.800 firme a sostegno della sua lista “Per la Lombardia” e di quelle a lui collegate risultavano false. E, di fatto, un migliaio di persone confermarono in Procura della Repubblica di non avere mai firmato.
A controllare le irregolarità è stato Lorenzo Lipparini, candidato della lista Bonino-Pannella e autore di “Formigoni. Biografia non autorizzata” (Editori Internazionali Riuniti, introduzione di Marco Cappato), da oggi nelle librerie. Il racconto di una vita che parte dai ricordi del padre “fascistissimo” fino all’entrata nei Memores Domini, i consacrati laici di Comunione e Liberazione che fanno voto di povertà, castità e obbedienza. Quello con don Luigi Giussani è un legame che ha profondamente segnato la sua carriera politica, dalle origini del Movimento popolare fino alla nascita del “sistema Lombardia gestito centralmente non a vantaggio della concorrenza ma per verificare che siano gli amici [di Cl] a prevalere”, passando per la vicepresidenza del Parlamento europeo a Strasburgo a Montecitorio. Senza dimenticare le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto memores a lui vicini e membri del consiglio regionale, e da cui ha sempre preso le distanze.
“L’idea del libro è nata a seguito dello scandalo sulle firme false, che abbiamo ribattezzato ‘Firmigoni’ – spiega Lipparini -. Abbiamo controllato che i moduli presentati rispettassero le formalità richieste dalla legge”. Il risultato fece tremare il Pdl e la situazione era talmente a rischio da indurre il Consiglio dei ministri ad approvare il decreto ‘salva liste’. “Eppure – aggiunge – se in occasione delle scorse regionali ero focalizzato soltanto sulla sua vita recente, nella biografia ho ricostruito anche il suo passato”. L’immagine che emerge è complessa e camaleontica: il ‘primo’ Formigoni è “attento alla cifra religiosa”, tanto nella vita come in politica. Il cambiamento avviene alla vigilia della seconda Repubblica, quando “diventa un personaggio che cresce nel solco di Silvio Berlusconi nella piccola realtà lombarda, che cresce a sua immagine e somiglianza”. Uno sviluppo che, però, non prescinde mai dall’appartenenza a Cl. “Il movimento e Formigoni sono due elementi simbiotici – puntualizza l’autore – L’influenza del gruppo religioso emerge in numerosi provvedimenti della Regione Lombardia e in particolare nel settore della sanità, tra un crescente numero di dirigenti legati al movimento e di obiettori di coscienza per l’interruzione volontaria di gravidanza”.
Ora si apre una terza fase per Formigoni. Che, ha già annunciato, non si ricandiderà al vertice della regione. Una decisione scontata? “Per niente – conclude Lipparini -. Formigoni ha vissuto negli ultimi due decenni in un esilio dorato, nel tentativo di approdare a Roma come leader del centrodestra. Tentativo sempre fallito. E mentre tramonta Berlusconi, ci sono altri uomini di Cl che avanzano e insidiano la sua leadership, come l’eurodeputato Mario Mauro e Maurizio Lupi”. Dalla biografia emerge una condotta politica e personale ben “lontana dall’immagine specchiata voluta dal presidente della Lombardia, che è riuscito a gestire la sua immagine in maniera molto saggia, allontanandosi dagli scandali che hanno coinvolto alcuni dei suoi consiglieri. E che ha affermato davanti alla stampa con ossessiva ricorrenza una attualità processuale che non era nei fatti”.
Proprio come è accaduto per le firme: “Sono stati aperti cinque processi, ma la vicenda, visti i tempi della giustizia italiana, non si concluderà a breve. I suoi avvocati sono convinti della prescrizione. La Cassazione ha anche riconosciuto gli errori nei timbri e le firme sbagliate ribaltando così la sentenza del Tar. Per quanto abbia negato, il decreto salva liste è stato provvidenziale”. Eppure, nonostante le inchieste, “la presidenza degli scandali è ancora in piedi. Grazie alla verità raccontata da Formigoni che finora ha prevalso sui fatti”.
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L’ENTRATA NEI MEMORES DOMINI: “DIO MI E’ SEMPRE STATO MOLTO VICINO”