I decreti approvati nella notte. Marcia indietro del governo Monti sulle licenze: per le autopubbliche il parere dell'Authority non sarà vincolante. Misure per i tribunali delle imprese e fondo di di solidarietà per farmacisti a rischio
TAXI – Rimane ai sindaci il potere di decidere il numero di licenze, mentre l’Autorità per i trasporti potrà esprimere un parere con le direttive principali alle quali i comuni dovranno attenersi. Non dovrebbe essere quindi specificato se il parere dell’Autority sarà vincolante, permane però la possibilità per la stessa Autorità di appellarsi al tar del Lazio nel caso in cui i comuni non recepiscano le direttive.
RATING LEGALITA’ – La commissione Industria ha deciso di far pagare una piccola imposta alle grandi società, una tassa che servirà a finanziare l’Antitrust. Il contributo è pari allo 0,08 per mille del fatturato risultante dall’ultimo bilancio delle società di capitale, con ricavi superiori ai 50 milioni di euro. La notizia è arrivata direttamente dalla senatrice del Pdl e relatrice al dl liberalizzazione Simona Vicari nel corso di un’intervista a Radio anch’io. “L’obiettivo è premiare tutte le imprese che operano sul territorio nazionale correttamente”, ha detto, secondo cui il ‘rating per la legalità’ è “parametro” attraverso il quale “non solo le imprese saranno incentivate a tenere comportamenti in linea con il massimo contrasto alla criminalità, ma diventerà anche un elemento centrale nella vita delle stesse imprese, utilizzato come strumento premiale nell’accesso al credito ed alle agevolazioni pubbliche”. “Questa notte – ha raccontato Simona Vicari – abbiamo approvato un emendamento della senatrice Casellati, a cui va il ringraziamento per la sensibilità mostrata verso questo tema, che prevede l’elaborazione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in raccordo con i ministeri della Giustizia e dell’Interno, di un parametro che misurerà il livello di legalità delle imprese”.
TRIBUNALI DELLE IMPRESE – Saranno 20 in tutto. Il contributo unificato viene raddoppiato, mentre nel testo originario del decreto legge era quadruplicato.
FARMACIE – Accordo raggiunto sulle farmacie: se ne potrà aprire una ogni 3.300 abitanti, e non ci saranno quote riservate per i concorsi straordinari per le nuove aperture. Non ci saranno ‘quote riservate’ nei concorsi per l’apertura delle nuove farmacie che, come aveva già anticipato il governo, saranno 5.000. Rischia invece di saltare il ‘fondo di solidarietà’ per garantire un reddito minimo ai farmacisti che operano nei Comuni sotto i mille abitanti, che doveva essere accantonato dalle farmacie “urbane”. Modifiche che non soddisfano affatto i farmacisti. “Stiamo valutando con attenzione il testo – commenta Annarosa Racca, presidente di Federfarma – e ci sembra che dal punto di vista della sostenibilità il sistema venga messo in crisi: non si favorisce lo sviluppo del settore, si aprono diverse migliaia di nuove farmacie, si perdono alcune risorse strategiche, come i farmaci veterinari e i galenici. Si è andati ancora una volta verso il concetto di una farmacia vista come un esercizio commerciale”.
TIROCINI PER I MAGISTRATI – Il testo approvato punta a semplificare e accelerare “le procedure relative alle nuove assunzioni di personale di magistratura nonchè di avvocati e procuratori dello Statò. L’ammontare delle risorse necessarie verrà stabilito con un dpcm, di concerto con il ministro della Giustizia e del Tesoro.
FERROVIE – I trattamenti di lavoro saranno definiti dalla contrattazione collettiva svolta dalle organizzazioni più rappresentative a livello nazionale e non si farà più riferimento a contratti collettivi nazionali di settore. Inoltre entro il 30 giugno 2013 dovrà essere completato l’esito dell’analisi di settore dell’Authority dei trasporti sui “diversi gradi di separazione tra l’impresa che gestisce l’infrastruttura e l’impresa ferroviaria”. Nell’analisi si dovrà tenere conto della tutela “dell’utenza pendolare del servizio ferroviario regionale”.
TESORERIA UNICA – Le misure che la introducono verranno riscritte. La norma del decreto liberalizzazioni impone agli enti locali di trasferire il 50% delle proprie liquidità di cassa allo Stato. La norma obbliga Regioni, Province e Comuni a trasferire allo Stato, entro domani, il 50% delle risorse depositate presso le tesorerie locali alla data del 24 gennaio scorso. L’Anci intende promuovere un ricorso civile e messo “a disposizione dei Comuni, al fine di tutelare l’autonomia nella gestione finanziaria delle proprie risorse, sul proprio sito, lo schema di delibera di Giunta (già adottata dal Comune di Venezia) per intraprendere una azione legale, nei confronti del Governo, contro la norma e lo schema della nota da trasmettere al tesoriere per chiedere la sospensione degli adempimenti in ragione dell’azione legale intrapresa dal Comune”. Il segretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti ha comunicato che il governo farà solo “piccoli aggiustamenti” sulla norma sulla tesoreria unica contenuta nel dl nonostante la protesta di molti amministratori locali, in particolare della Lega. “Sostanzialmente il testo resterà quello che è entrato – ha detto De Vincenti – ci sarà solo qualche piccolo aggiustamento”.
GIOVANI IMPRENDITORI – Gli ‘under 35′ potranno aprire una srl anche con un solo euro di capitale. L’ammontare massimo del capitale sociale è di 10 mila euro e le spese notarili saranno gratuite. Esplicitata, nel nuovo testo, la clausola che mette al riparo da truffe: “E’ fatto divieto di cessione delle quote a soci non aventi il requisito di età e l’eventuale atto è conseguentemente nullo”.
PROTEZIONE CIVILE – La protezione civile non potrà più gestire gli appalti per i grandi eventi. E’ quanto prevede un emendamento del Pd al decreto liberalizzazioni, approvato dalla commissione Industria del Senato con il parere positivo del governo. L’emendamento, a prima firma di Luigi Zanda, è aggiuntivo rispetto alle norme sulle opere pubbliche. L’emendamento sottoscritto da tutti i senatori del Pd in commissione Industria, cancella dal decreto Tremonti del settembre 2001, che organizzava la Protezione civile, il comma che attribuiva al Dipartimento anche la competenza nella gestione degli appalti dei grandi eventi.
BANCHE – Stop alle clausole su tutte le linee di credito. La commissione Industria del Senato ha approvato un emendamento del Pd che rende “nulle tutte le clausole, comunque denominate, che prevedano commissioni a favore delle banche a fronte della concessione di linee di credito, della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere, del loro utilizzo anche nel caso di sconfinamento in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido”.