Newt Gingrich fa cilecca, ma già lo si sapeva perché lui risparmia le forze e i soldi in vista del Super-Martedì, il 6 marzo, quando si voterà in dieci Stati, molti a lui sulla carta favorevoli; e Ron Paul resta lì, senza speranza di farcela, ma deciso a non mollare. I risultati del Michigan e dell’Arizona confermano che, quest’anno, le primarie repubblicane sono una corsa ad usura.
Vincendo nel Michigan, lo Stato dov’è nato e dove suo padre è stato governatore, Romney evita di finire fuori gioco, perché una sconfitta lì lo avrebbe definitivamente bollato come perdente. Ma Santorum gli è dietro a un’incollatura, dopo essergli stato persino davanti nei sondaggi: 41% contro 37%. Il successo in Arizona è più netto, ma meno pesante: 43% contro 28%.
Nessuno dei due Stati assegna abbastanza delegati per dare un vantaggio significativo nella corsa a quota 1143, la cifra magica di quelli necessari ad ottenere la nomination dalla convention di Tampa, in Florida, a fine agosto. E, nella conta, neppure il Super-Martedì sarà determinante.
Dovesse andare proprio male anche il 6 marzo, è probabile che Gingrich si faccia da parte. E così il campo ultra-conservatore e religioso, oltre che quello populista e qualunquista del Tea Party, si troverebbero riuniti sotto le bandiere di Santorum, che diventerebbe, quindi, ancora più pericoloso per Romney. E pure per il partito repubblicano, che, se dovesse affidargli la nomination, si condannerebbe a priori alla sconfitta nelle presidenziali del 6 novembre.
Scampato il pericolo in Michigan, Romney è subito tornato a comportarsi da candidato alla Casa Bianca, ignorando Santorum e attaccando il presidente democratico Barack Obama, che –dice- porta l’America al declino con il suo fallimento. Ma i dati della Cnn che scompongono il voto dello Stato per fascia di reddito possono incoraggiarlo e inquietarlo nello stesso tempo: lui prende i voti dei ricchi, quelli che guadagnano dai 50 mila dollari all’anno in su; e Santorum quelli di chi sta sotto tale soglia.
Ora, i repubblicani che guadagnano meno di 50mila dollari l’anno sono relativamente pochi, un terzo circa dei votanti; ma se quella fascia ti vota contro all’Election Day, i Paperoni non bastano a portarti alla Casa Bianca.
(Nella foto: Mitt Romney, LaPresse)