La multiutility partecipata al 51% dal Comune provvede alle case dei dirigenti. Tra loro anche Paolo Zangrillo, fratello del medico personale di Sivlio Berlusconi
L’ultimo manager è arrivato in azienda nel settempre scorso. Si chiama Paolo Zangrillo ed è il fratello minore di Alberto, medico personale di Silvio Berlusconi. Lavorava alla Iveco di Brescia alla direzione del personale, e in fase di contrattazione con l’Acea, l’azienda partecipata al 51 % dal Comune di Roma che gli offerto lo stesso ufficio, ha ottenuto anche un sostanzioso benefit. Il benefit che ha fatto storcere il naso ai piccoli azionisti e ha fatto gridare allo scandalo Massimiliano Valeriani, combattivo consigliere Pd in Campidoglio, è l’affitto, fin quando ricopra un ruolo in Acea, di una casa di quasi 200 metri quadri in pieno centro, a pochi passi dal Quirinale.
Il destino sembra essere generoso con i direttori del personale Acea. Da quando è cambiata la giunta, infatti, l’azienda ne ha in carico altri due. Il primo si chiama Gianfranco Gennaro. Il secondo, subentrato al primo nel luglio 2009, è Stefano Tempesta, oggi responsabile della Corporate Strategy, all’epoca anche in corsa per diventare direttore generale.
Gennaro proveniva dalla Tirreno Power, uno dei principali produttori elettrici italiani, quando, nel maggio del 2006 fu assunto in Acea. Anche lui ottenne che l’azienda gli pagasse l’affitto di una casa nel centro di Roma, oltre a un contratto che, senza bonus, arrivava a quasi 300 mila euro l’anno, più che sufficiente per trovarsi un affitto ai costi di mercato.
Erano temopi migliori, quelli. Le azioni Acea viaggiavano attorno ai 15 euro contro i 5, 3 di oggi. Da via Ostiense non era passata l’ondata della parentopoli di Alemanno, e nei bilanci alla voce “personale” il saldo era di 230 milioni (2007), non di 295 (2009). Adesso, dicono i bene informati, Gennaro potrebbe andar via da Acea, lasciando anche l’appartamento.
Ricorda Marco Causi, già assessore al Bilancio nella Roma di Veltroni, oggi deputato del Pd, che quello di Gennaro era un caso unico: “La stragrande maggioranza dei manager della multiutility del Campidoglio proveniva da Roma, quindi non aveva senso fornirgli una casa. Anzi, spesso si erano fatti le ossa proprio all’interno dell’azienda. Oggi, invece, provengono soprattutto dal nord Italia”. Dal nord Italia proviene ad esempio l’ingegner Paolo Gallo, torinese di nascita, una vita tra Fiat, Edison e Edipower. Anche per lui, oggi direttore generale, Acea avrebbe provveduto all’alloggio. Prima pagandogli un albergo in centro, poi fornendogli una casa. Un appartamento, in zona Eur, sarebbe anche tra i benefit di cui dispone Sergio Agosta (notizia successivamente smentita dal diretto interessato, ndr), il responsabile dell’Area Energia, finito nell’occhio del ciclone nel novembre scorso per via delle bollette pazze recapitate ai cittadini romani da un sistema informatico malfunzionante.
Nulla di scandaloso in questa offerta di benefit, ma forse una maggiore trasparenza non guasterebbe, soprattutto perchè parliamo di soldi pubblici e di una responsabilità che è anche in capo al Comune di Roma, primo azionista. Avendo richiesto conferme ad Acea riceviamo invece la seguente risposta: “Non commentiamo notizie che possano riguardare la privacy dei dirigenti. Semmai domani l’azienda potrà provvedere a smentire e a querelare”. Spiegare no.
In Acea è poi dall’ottobre scorso vacante il posto di direttore dell’ufficio comunicazione e relazioni esterne, che non è l’ufficio stampa ma una macchina che gestisce un budget da una decina di milioni di euro in pubblicità e sponsorizzazioni. L’ultima notizia dà in pole position Daniela Carosio attualmente Direttore centrale della comunicazione esterna delle Ferrovie e moglie di Luigi Via-nello, già portavoce di Cesare Geronzi (banchiere assai caro alla Roma di Alemanno) all’epoca delle Generali. Per quel posto, del resto, non è ancora tramontata l’ipotesi di Simone Turbolente, già portavoce proprio del sindaco della Capitale, giudicato però “inadeguato” dai vertici industriali della società, Caltagirone in testa (l’imprenditore romano è il primo azionista privato della società). Tra i due, però, potrebbe inserirsi anche Salvo Buzzanca, il più vicino al presidente di Acea Giancarlo Cremonesi, che l’ha portato lì dall’Acer. Se non altro vivono già tutti e tre a Roma.