Il premier Monti e il ministro Fornero

Si rinvia il tavolo con le parti sociali sulla riforma del lavoro. Mancano i soldi per gli ammortizzatori sociali ed il governo scende in campo per reperirli prima di assumere impegni con la controparte. L’appuntamento è stato rimandato a martedì 6 marzo.

Durante la ricognizione di questo pomeriggio a palazzo Chigi, con Mario Monti ed Elsa Fornero, il viceministro Vittorio Grilli spiega infatti che i fondi non ci sono. “Così non riusciamo a fare un passo, è anche inutile sedersi al tavolo”, avrebbe commentato il ministro del Welfare confortata dal premier. E insieme hanno concordato la priorità assoluta di trovare questi fondi prima di incontrare nuovamente le parti sociali.

“Serve una soluzione equilibrata, dobbiamo avere gli strumenti per venire incontro alle loro posizioni”, si sarebbe espresso il Professore dando mandato al ministro di fare un primo giro di orizzonte per reperire la materia prima: i soldi. Il nodo su cui si era bloccato il negoziato con le parti sociali è stato dunque sciolto con l’incontro, a palazzo Chigi. Servirà “qualche giorno di tempo”, ha indicato il ministero, “per individuare, pur nella comune consapevolezza della delicata situazione finanziaria del Paese, risorse da destinare a sostenere l’auspicata vera e profonda riforma degli ammortizzatori”.

Il ministro, a quanto si è appreso, ne ha parlato con il sottosegretario Vieri Ceriani per cercare trovare nelle pieghe del bilancio risorse pari a 1-2 miliardi. Elsa Fornero si era impegnata a dare domani una risposta ai leader di sindacati e imprese, al tavolo al ministero.

“La volontà di raggiungere un accordo con le parti sociali sulla Riforma del mercato del lavoro è un elemento condiviso da tutti”, ha sottolineato il ministero, indicando che è questa la ragione che ha portato alla decisione di cercare risorse per gli ammortizzatori, una “componente essenziale per la definizione del complessivo riordino del mercato del lavoro”. “La questione delle risorse è prioritaria. Il governo sembra essere mosso da buone intenzioni”, commenta per la Uil il segretario confederale Guglielmo Loy. Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni il rinvio del tavolo governo-parti sociali “non è un segnale negativo. Ma si deve utilizzare bene questo tempo per costruire a passi progressivi le basi di una intesa per il bene del Paese. Nel sindacato ci sono forze che si vogliono assumere le proprie responsabilità. Vogliamo credere che anche il governo voglia fare lo stesso”.

La risposta del governo va nella direzione invocata dai sindacati. Poco prima lo aveva ribadito la leader della Cgil, Susanna Camusso: “Abbiamo iniziato la discussione su precarietà e forme di ingresso e qualche elemento positivo c’è. Ci siamo bloccati sugli ammortizzatori. Speriamo che il governo abbia ripensato l’idea che non ci debbano essere risorse pubbliche”. Se verrà superato questo scoglio, resterà poi da affrontare il terreno minato dell’articolo 18: nell’incontro a Palazzo Chigi sarebbe stata confermata l’intenzione di procedere con un ammodernamento della norma per ridurre i tempi processuali e fissare paletti che limitino la discrezionalità del giudice del lavoro nell’interpretazione della giusta causa.

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