Secondo i magistrati, nel 2010 ha ottenuto un finanziamento di 600mila euro dalla giunta di Roberto Formigoni per garantire servizi di assistenza ai minori disagiati, ma ha impiegato i soldi per ristrutturare un immobile in via Porpora, di proprietà dell’asilo
Ciellino, come il governatore Formigoni, Izzo è stato vice presidente della Compagnia delle Opere non profit e in Lombardia fa la parte del leone in campo sociale con il gruppo La Strada, di cui è stato a lungo a capo. Dal 1998 è presidente dell’Asilo Mariuccia, una fondazione il cui consiglio di amministrazione è nominato dalla Regione e dal comune di Milano. L’istituzione, nata nel 1902, offre assistenza ai minori e nel capoluogo lombardo ha diverse comunità. Che dal 2009 hanno iniziato a essere chiuse una dopo l’altra, pur a fronte dei finanziamenti ricevuti dalla Regione. Oggi la guardia di finanza ha effettuato una serie di perquisizioni e sequestri di documenti nelle due sedi milanesi della fondazione, in via Pacini e in via Moisè Loria, e nella casa del presidente. L’inchiesta è nata da una lettera anonima, ma siglata ‘I dipendenti dell’Asilo Mariuccia’.
“L’indagine aperta a carico di Valter Izzo rischia di diventare l’ennesimo scandalo che investe Regione Lombardia – commenta Chiara Cremonesi, capogruppo di Sel in Consiglio regionale -. Perché se è vero che i sospetti degli inquirenti sono di truffa aggravata ai danni dell’istituzione regionale, appare però lecito chiedersi come sia possibile che Formigoni abbia assegnato finanziamenti per 600 mila euro nel 2010, senza attivare i necessari controlli sull’utilizzo di questi fondi. Tra alienazioni immobiliari alquanto discutibili, comunità improvvisamente chiuse e buchi di bilancio poco giustificabili in riferimento ad attività quasi totalmente convenzionate, ci troviamo di fronte a una speculazione grave, ancor più odiosa in quanto riguarda servizi particolarmente delicati come la tutela di minori abbandonati e mamme sole, le categorie più fragili”.
Chiede conto alla giunta regionale anche il consigliere del Pd Carlo Borghetti, che afferma: “Vanno messi in campo meccanismi di controllo e vigilanza rispetto ai soldi pubblici erogati alle strutture, soprattutto quando avviene in via straordinaria come in questo caso. I 600 mila euro contestati, infatti, vennero stanziati dalla regione Lombardia fuori da qualsiasi programmazione, a fondo perduto”