E’ tutta una questione di urbanistica il commissariamento del Pdl in Brianza. Non è stato lo scandalo delle tessere farlocche a portare alla decisione di dare un taglio alla vecchia direzione del partito azzurro nella patria del Cavaliere (anche se avrà certamente influito) ma alla base c’è soprattutto il rischio che la maggioranza di Centrodestra a Monza non riesca ad approvare quel Pgt che prevede un’edificazione massiccia sul terreno della Cascinazza che è stato acquistato da Paolo Berlusconi.
A prendere la decisione, ieri pomeriggio, è stato lo stesso Silvio Berlusconi che ha scelto ancora una volta di mandare il fidato Paolo Romani a Monza per chiudere definitivamente l’annosa vicenda come già aveva fatto nel 2007 quando l’aveva spedito come assessore all’Urbanistica. Era stato Romani allora a prevedere i 420mila metri cubi sulla Cascinazza e a raggiungere l’accordo perchè le parti politiche del Centrodestra lo adottassero. Una bella rivalutazione dell’area che, calcolando il costo al metro quadro prima e dopo la modifica, la portò a valere circa 120 milioni di euro in più rispetto al 2007. A possederlo oggi è la Lenta Ginestra, la società che ha incorporato nel 2008 la Istedin di Paolo Berlusconi con un finanziamento soci infruttifero di scopo per corrispettivi 40 milioni di euro, ma secondo l’opposizione che sta conducendo una guerra serrata al documento, tutto sarebbe comunque riconducibile alla società di Paolo Berlusconi.
L’affare da 120milioni di euro però ora rischia di andare in fumo perché il Pdl a Monza è allo sbando: due assessori si sono già dimessi, presto lo faranno anche alcuni consiglieri e la maggioranza rischia di non avere più i numeri per portare quel documento (metricubi edificabili della Cascinazza compresi) all’approvazione definitiva. Tanto che la Giunta per cercare di mettere una pezza ha già tagliato 50mila metri cubi di palazzine residenziali sulla Cascinazza, sperando di convincere l’Aula a votare a favore. Ci sarebbe questo, secondo rumors insistenti, alla base della decisione del commissariamento del partito azzurro in uno dei Comuni più strategici tra quelli che vanno al voto a maggio.
Se infatti il Consiglio comunale di Monza non riuscirà ad approvare nella settimana tra il 9 e il 17 marzo la Variante al documento urbanistico, l’area tornerà a verde agricolo come prevede il Piano urbanistico vigente. Vanificando così i cinque anni di lavoro di Romani per concedere dopo trent’anni di attesa la tanto sospirata previsione edificatoria sull’immenso terreno grande quasi cinquanta ettari. Una possibilità che aveva già fatto prevedere alcuni progetti ai nuovi possessori dell’area che avevano presentato in Comune alcuni rendering su come avevano intenzione di trasformarla, ossia con una serie di palazzoni moderni, prevalentemente ad uffici con alcune strutture residenziali. A questo punto, ieri pomeriggio, la coordinatrice del Pdl brianzolo Elena Centemero, la stessa che era stata in Procura a denunciare la presenza di tessere del Pdl registrate a persone che non sapevano di essersi affiliati al partito, è stata costretta alle dimissioni.
Sarà così Romani stesso a seguire fino al voto la situazione di Monza, mentre il consigliere regionale di ala An Roberto Alboni si occuperà della Brianza. Una possibilità che esclude quasi sicuramente le primarie a Monza per la scelta del candidato sindaco: probabilmente sarà Romani stesso a fare il nome e se così sarà, potrebbe essere quello dell’attuale presidente della Provincia Mb Dario Allevi. La sua Giunta, di cui faceva parte anche quell’Antonino Brambilla, indagato e arrestato con Massimo Ponzoni per vicende urbanistica e mazzette, ha dato parere favorevole al Pgt di Monza e ha previsto l’edificazione alla Cascinazza nel Ptcp provinciale. Romani però nega tutto, compresa l’esistenza di tessere farlocche. “Seguirò Monza perché c’era una situazione che doveva essere messa a posto in previsione delle elezioni, ma non mi risulta ci fossero tessere false del Pdl, non è stato dimostrato”, ha dichiarato al Fatto quotidiano Romani, che attende l’arrivo a Monza sabato di Umberto Bossi e Roberto Calderoli per capire che ne sarà dell’alleanza. “Sentirò cosa diranno, poi se confermeranno di voler correre da soli in tutta Italia e anche a Monza, troveremo un candidato nelle città che vanno al voto”. Tra i dispiaciuti della stroncatura delle Primarie c’è il consigliere regionale Pdl Stefano Carugo, vicino a Roberto Formigoni: “Abbiamo perso un’occasione, adesso mancano due mesi alle elezioni e dobbiamo rimboccarci le maniche”.