Il vicedirettore di Libero ricostruisce i trasferimenti di denaro effettuati dal tesoriere della Margherita al sindaco di Firenze. Ma il primo cittadino annuncia querela per diffamazione
Bechis: “Ho dato mandato a miei legali di querelare Matteo Renzi. penale, non soldi. vediamo chi diffama. Da parte mia confermo anche le virgole di ciò che ho scritto”, twitta il vicedirettore di Libero. Il primo cittadino toscano ribatte minaccioso: “Ottimo bechis. Sappiamo dove trovarci”.
Bechis: “Non ce ne è bisogno, c’è il numero di fattura e la spiegazione di chi l’ha emessa”, scrive.
E Renzi risponde: “Bechis scegli tu il foro. Non vedo l’ora. Io però vado anche sul civile. A presto”.
Bechis: “Deve essere battaglia ad armi pari. “Quereli me, non intimidisca editori con cause civili. Le cause civili costano tanto di avvocati anche se hai ragione. Così ti chiedono di non scrivere. La ditta delle fatture dice di avere lavorato per te in campagna elettorale. quanti appalti ebbe senza gara dopo da Firenze?”.
Renzi: “Tranquillo, ti porto tutto in tribunale. Buona giornata”.
Infine Bechis formula delle domande al sindaco che rimangono senza risposta: “Quanti appalti fra 2009 ed oggi alla Web and press da comune di Firenze e sue controllate? quanti di quegli appalti con gara e quanti senza? perché senza? quali importi? Se possibile vorrei avere una risposta per riportare la tua versione dei fatti”. Che però non arriva.
Puntuale dal Comune toscano arriva invece il comunicato stampa: “Lusi, la Margherita e neanche il Pd nazionale, regionale e fiorentino, non mi hanno mai dato un centesimo né per le primarie, né per le elezioni, né per il ballottaggio, né per la Leopolda uno o due. Chi dice il contrario mente sapendo di mentire. O è in malafede”, afferma Renzi. I finanziamenti, prosegue, “non li ho avuti da Lusi ma neanche dal Pd, a differenza di quel che dice Bechis e che dovrà provare in tribunale”. Nel 2009, ricorda il sindaco, “io ho più volte chiesto che la mia campagna elettorale fosse aiutata dai partiti della coalizione. Ma mi hanno detto di no tutti – nessuno escluso, sia i partiti vivi che i partiti morti – e non è un caso se per pagare i debiti abbiamo allora acceso un mutuo che stiamo ancora onorando”, afferma Renzi.
“Non mi stupisce che nei fascicoli Lusi ci siano fatture pagate a diverse aziende toscane: che ci fossero numerose spese sostenute dalla Margherita, non credo sinceramente solo quelle dette da Bechis, ma immagino molto di più, per regolari iniziative politiche a Firenze e in Toscana era cosa nota. E normale trattandosi di soldi dati ai partiti che i partiti dovevano spendere. Ma non li hanno spesi per le mie campagne elettorali, tutto qui”. E così, annunciata la querela, conclude: “In questi casi si annuncia che il risarcimento danni andrà in beneficenza. Io da subito informo che porterò a cena i volontari del comitato elettorale. E poi metterò la cifra a copertura del mio mutuo prima casa trentennale, non appartenendo alla categoria dei politici che comprano l’abitazione a loro insaputa”. La risposta di Bechis non si è fatta attendere. “Controquerelo Renzi: il mio è un articolo di cronaca, mentre lui ha usato toni diffamatori”. E annuncia che domani sul quotidiano pubblicherà la seconda puntata.