Resta a Milano il processo “Ruby bis” che vede imputati Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. La corte presieduta dal giudice Anna Maria Gatto ha respinto una nuova richiesta di spostamento, presentata in mattinata dal legale di Fede, l’avvocato Gaetano Pecorella. L’eccezione di incompetenza è stata ritenuta “tardiva” dal tribunale, dato che il dibattimento è già aperto. Pecorella ne aveva chiesto il trasferimento a Messina, dove, a un concorso di bellezza, è avvenuto il primo incontro tra Fede e Karima el Marough detta Ruby, la minorene marocchina poi coinvolta nelle feste organizzate da Silvio Berlusconi ad Arcore.
La corte ha deciso anche di consentire l’ingresso delle telecamere in aula, su richiesta del Tg regionale Rai della Lombardia, ma con precise delimitazioni. Non potranno essere riprese le deposizioni dei testimoni, visto che il tema di processo – i tre imputati sono accusati di favoreggiamento della prostituzione – attengono alla “sfera personale” dei suoi protagonisti.
Il processo è stato aggiornato al 30 marzo. Il 13 aprile il tribunale deciderà sull’ammissione delle prove, in base alle richiesta presentate oggi dai difensori. “Vogliamo dimostrare l’estraneità dai fatti di Fede – ha detto un altro dei suoi legali, l’avvocato Daniele Melegaro – e la prima persona che chiamiamo a testimoniare è Ruby, perché tutto nasce e può finire da lei”.
La difesa di Mora ha chiesto la possibilità di integrare la sua lista testi perché quando l’elenco venne compilato l’ex agente dei vip “non era dialogativo in quanto sottoposto a perizia medico-psichiatrica”. Il difensore di Nicole Minetti, l’avvocato Paolo Righi, ha spiegato che vuole dimostrare l’estraneità della sua assistita ai fatti, indipendentemente dalla circostanza che questi fatti siano accaduti”. Una linea diversa da quella che seguirà la difesa di Mora, che di quegli stessi fatti punta a dimostrare l’insussistenza.