Il presidente di Equitalia, ospite a 'Che tempo che fa', ha annunciato il prossimo arrivo di un software "in fase finale di sperimentazione" che permetterà ai cittadini italiani di autocontrollare la corrispondenza fra dichiarazioni dei redditi e disponibilità economiche
Dodici miliardi. E’ quanto ha recuperato nel 2011 l’Agenzia delle Entrate dal buco nero dell’evasione fiscale. A comunicarlo, durante la registrazione della puntata odierna di Che tempo che fa di Fabio Fazio, è stato il direttore dell’ente pubblico Attilio Befera, secondo cui “gli ultimi dati forniti da Monti (che aveva parlato di 11 miliardi di euro, ndr) sono in parte superati”. Per la precisione, i soldi riportati nelle casse del fisco sono 12,3 miliardi. Una cifra che potrebbe ancora salire. “Una lotta più dura all’evasione la stiamo facendo da tre anni – ha detto Befera – comunque ora vi sono più controlli e strumenti più forti che il governo Monti ci ha dato”. Il riferimento è all’attenuazione del segreto bancario, che permette di confrontare meglio “quanto si dichiara, si spende, si risparmia e si guadagna”.
“Questo governo ha dato segni di normalità: riportiamo la normalità in questo Paese” ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, che poi ha espresso un parere chiaro su quanto fatto dai governi che hanno preceduto l’esecutivo tecnico di Monti. “Ci sono stati 50 anni di condoni – ha detto il presidente di Equitalia – perché era più facile incassare denari attraverso i condoni, e fino agli anni ’90 era più facile indebitarsi”. Per Befera, l’evasione annua in Italia “ammonta a 120 miliardi di euro, un livello che si è stabilizzato. Anche togliendo la criminalità organizzata e l’illecito, pensiamo a cosa sarebbe l’Italia se avessimo incassato anche solo 50 di questi”.
Quello di Befera in tv, però, è stato anche un intervento che ha permesso di sottolineare altri aspetti del lavoro dell’Agenzia delle Entrate, che sta mettendo a punto un software “in fase finale di sperimentazione” che permetterà ai cittadini italiani di autocontrollare la corrispondenza fra dichiarazioni dei redditi e disponibilità economiche. “Ogni cittadino potrà incrociare quanto spende, quanto risparmia e quanto dichiara – ha spiegato Befera – con la possibilità di evidenziare incongruenze ed eventualmente rivedere la propria dichiarazione”. “Lo stesso software lo useremo anche noi per i controlli” ha aggiunto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, che poi ha annunciato come non sia prevista a breve una revisione del codice fiscale, “che è un sistema che funziona ancora”, anche se sono allo studio revisioni parziali.
Befera, poi, ha espresso il suo parere anche sulla percezione delle istituzioni da parte degli italiani: “Abbiamo nel dna che lo Stato non esiste, anche perché si tratta di uno Stato giovanissimo, di soli 150 anni e lo Stato democratico è nato solo nel dopoguerra – ha detto il presidente di Equitalia – Abbiamo un deficit di intelligenza sociale verso i Paesi con i quali ci confrontiamo: spesso non si capisce che l’uso del bene privato esige l’esistenza del bene pubblico, così come un’automobile non si può usare se non vi sono le strade, i controlli e forse anche gli ospedali”.
Sul ruolo dell’ente da lui diretto, poi, Befera ha sottolineato che ”Equitalia è l’ultima società della filiera di contrasto all’evasione: se facciamo un accertamento ma non lo riscuotiamo la lotta all’evasione non serve a nulla”. Parole dure quelle del diretto dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui Equitalia “è una società che recupera crediti pubblici e si muove solo seguendo le leggi: ora vi è un’attenuazione delle misure anche in relazione allo stato di crisi del Paese”. Secondo Befera, in particolare, “l’ultimo decreto del governo ha introdotto attenuazioni delle azioni” della società, come la riduzione della possibilità di pignoramento degli stipendi più bassi da un quinto a un decimo del totale.