Del resto è stato il presidente uscente (che sarà il primo ministro, di nuovo. E anche questo lo sappiamo già in anticipo), Dmitrij Medvedev, ad aver rivelato, qualche giorno fa, in una riunione al chiuso con un gruppo di esponenti politici esclusi dalle elezioni della Duma dello scorso dicembre, che le elezioni “democratiche” del primo presidente “democratico” della Russia, Boris Eltsin, nel 1996, furono truccate.
Adesso abbiamo la conferma (io ne scrissi allora, unico tra tutti i corrispondenti esteri, perché allora tutti tifavano per Eltsin) che quelle elezioni le aveva vinte, al primo turno, Ghennadij Ziuganov, capo del partito comunista russo.
La cosa più importante, però, è cosa succederà dopo. Quale che sia l’esito del voto, è ormai evidente che una opposizione c’è, ed è rilevante.
Secondo: si tratta di una opposizione molto “mista”, che va dall’estrema destra all’estrema sinistra, anzi sopra e sotto, perché le nostre categorie di destra e sinistra qui valgono poco o niente, e che quindi non è in condizione di proporre un programma. Per essere più espliciti: non c’è un programma di questa opposizione. C’è un misto di richieste, tra loro inconciliabili, che spaziano dal nazionalismo russo fino al filo americanismo più sguaiato.
Terzo. Putin ha già fatto capire che non vuole andare allo scontro. Lunedì 5 ci sarà la prima manifestazione post elettorale contro il presidente eletto per la terza volta. Putin ha ordinato che le si conceda Piazza Pushkin, nel pieno centro di Mosca, a un chilometro dal Cremlino. La città sara paralizzata. Ma scommetto che non succederà niente. Nel senso che non ci saranno scontri e la polizia – che sarà presente massicciamente, ma a qualche distanza – non muoverà un dito.
Questo è quello che mi auguro, ma è anche quello che prevedo.
Infine: Vladimir Putin, ho l’impressione, cambierà parecchie cose nei prossimi mesi. Il sistema oligarchico che lo circonda e da cui proviene, gli sta ormai stretto. Così come sta stretto a tutto il paese, inclusi molti che scenderanno in piazza. Qualche colpo lo darà in quella direzione.
L’altra cosa che farà sarà di far capire all’Occidente che la Russia non à disposta a far cadere Assad di Siria, e non gradisce affatto l’eventualità di un attacco contro l’Iran. Lo ribadirà in modo esplicito. Dunque si apre una fase nuova per la Russia, interna ed esterna. Sarà utile mettere a posto gli orologi.
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