Cronaca

No Tav, la ‘passeggiata’ dei manifestanti alla baita Clarea: tagliate le reti del cantiere

Dopo la 'polentata' a Giaglione, centinai di manifestanti sono arrivati nella zona dei lavori, dove hanno simbolicamente aperto un varco nella recinzione. Intanto il commissario straordinario del governo, Mario Virano, ha detto che nel movimento i violenti non sono 'infiltrati' bensì 'invitati'

Prima la ‘polentata’ a Giaglione, poi la passeggiata verso il cantiere. Famiglie, bambini, anziani e giovani: sono diverse centinaia le persone che stanno partecipando alla giornata organizzata dai movimenti No Tav per protestare contro la linea ferroviaria dell’alta velocità che unirà Torino a Lione. Il corteo pacifico è partito dal campo sportivo di Giaglione (Torino) con destinazione la baita Clarea, che oggi si trova all’interno delle nuove recinzioni del cantiere Tav. I militanti, provenienti per lo più dalla Valle e da Torino, si sono incamminati con bandiere e fazzoletti No Tav al collo, cantando e scandendo slogan per quella che assicurano sarà una gita “tranquilla”. Il corteo è aperto da uno striscione: “Giu le mani dalla Val Susa”.

Prima della partenza, al raduno di Giaglione, il leader del movimento Alberto Perino ha confermato il muro contro muro nei confronti del governo. “Caro Monti, non ci facciamo spaventare da te” ha attaccato Perino, secondo cui il premier ”dei valsusini non hai capito niente”. A sentire Perino, inoltre, la mobilitazione di questi giorni è stata “una vittoria” perché ha dimostrato che la Valle di Susa è militarizzata e ha documentato a tutti “la brutalità della polizia”. “Hanno gettato la maschera. Hanno fatto la caccia all’uomo nei nostri paesi – ha detto il leader dei No Tav – Proprio come fecero i nazisti”. Perino, poi, ha concluso il suo intervento, dicendo che oggi un corteo tenterà di raggiungere la Valle Clarea, dove i recinti delimitano l’area del futuro cantiere della linea dell’Alta velocità, in modo pacifico, “solo per vedere cosa hanno combinato”. “Oggi siamo tranquilli, colorati e allegri. Il popolo No Tav sa comportarsi bene” ha detto Perino, con le sue parole confermate dai fatti. Il corteo, infatti, è arrivato a un new jersey posto dalle forze dell’ordine sul sentiero che porta verso l’area di cantiere e sono partiti slogan contro l’opera e a sostegno di Luca Abbà, il manifestante ricoverato dopo essere caduto da un traliccio su cui si era arrampicato lunedì per protesta. Alcuni di loro hanno simbolicamente tagliato con delle tronchesine il filo spinato davanti alla barriera. A presidiare lo sbarramento ci sono alcuni militari.

La risposta del governo alla presa di posizione dei movimenti non si è fatta attendere. Ospite di Lucia Annunziata alla trasmissione “In Mezz’ora” di RaiTre, il commissario straordinario del governo per la Tav, Mario Virano, ha commentato gli episodi di violenza degli ultimi giorni, dicendo che “si è di fronte a degli ‘invitati’ e non a degli infiltrati”. Virano, poi, ha sottolineato che da circa un anno è stata attivata “una particolare struttura” denominata GITAV (gruppo Interforze Tav) delle forze dell’ordine, per prevenire i rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori della Tav Torino-Lione.

Nel frattempo, è iniziato lo sciopero della fame di Tobia Imperato, l’esponente anarchico torinese arrestato il 26 gennaio nell’inchiesta sugli scontri in Valle di Susa dell’estate scorsa fra No Tav e forze dell’ordine. Lo ha comunicato il suo legale, Claudio Novaro, al raduno di Giaglione. Imperato, che ora si trova ai domiciliari, con lo sciopero della fame protesta contro i divieti di colloquio che gli sono stati imposti dal tribunale. “E’ stato arrestato – ha detto Alberto Perino – con l’accusa di avere preso un poliziotto per un braccio. In realtà, visto che non potevano arrestarlo perchè aveva scritto un libro (Le scarpe dei suicidi, che racconta di un’inchiesta della magistratura degli anni ’90 e della morte di due compagni), lo hanno arrestato perché è Tobia Imperato. Questa è la repressione. Sappiatelo”.